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La Commissione Europea critica il sistema anti-pirateria italiano: “Viola il Digital Services Act”

La Commissione Europea esprime preoccupazioni sulla conformità del sistema Piracy Shield italiano al Digital Services Act (DSA).
La Commissione Europea critica il sistema anti-pirateria italiano: “Viola il Digital Services Act”
La Commissione Europea esprime preoccupazioni sulla conformità del sistema Piracy Shield italiano al Digital Services Act (DSA).
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La Commissione Europea ha espresso dubbi significativi sul sistema italiano anti-pirateria, noto come Piracy Shield, evidenziando la necessità di bilanciare la lotta alla pirateria online con il rispetto dei diritti fondamentali. Roberto Viola, Direttore Generale per le Reti di Comunicazione, Contenuti e Tecnologia della Commissione Europea, ha sottolineato l'importanza di proteggere la libertà di espressione dei cittadini europei.

Questa preoccupazione è stata formalizzata in una lettera indirizzata al Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, sollevando perplessità sulle possibili incompatibilità con il Digital Services Act (DSA).

Criticità del sistema italiano

Il 13 giugno 2025, la Commissione ha evidenziato una serie di problematiche relative agli articoli 8, 8-bis, 9-bis e 10 della normativa italiana. Secondo Bruxelles, i meccanismi di blocco previsti non rispettano le condizioni procedurali stabilite dal DSA, che non autorizza ordini di blocco unilaterali emessi da autorità nazionali.

La questione centrale riguarda il bilanciamento tra la protezione dei diritti d'autore e la tutela della libertà di espressione. L'implementazione di blocchi potrebbe infatti comportare una negazione di servizio, sollevando dubbi sulla proporzionalità delle misure rispetto agli obiettivi perseguiti.

Tempistiche e procedure di ricorso

Un ulteriore aspetto critico riguarda le tempistiche previste dal sistema Piracy Shield, gestito da AGCOM. Il blocco dei siti avviene entro mezz'ora dalla segnalazione, ma i ricorsi contro blocchi ingiustificati richiedono fino a dieci giorni per essere esaminati, lasciando i siti inaccessibili nel frattempo.

Sebbene sia prevista una procedura di sblocco rapido entro 24 ore in caso di errore manifesto, la Commissione ritiene che queste misure siano insufficienti per prevenire blocchi erronei o sproporzionati.

Raccomandazioni e prossimi passi

L'UE ha suggerito all'Italia di integrare garanzie essenziali nella normativa, come l'obbligo di allegare relazioni tecniche dettagliate agli ordini di blocco e di consultare l'Autorità competente in caso di incertezze. Inoltre, è stata raccomandata l'inclusione di tutti gli operatori tecnicamente in grado di agire sui contenuti contestati.

L'Italia dovrà presentare a Bruxelles una versione aggiornata della normativa, dimostrando di aver accolto i rilievi europei. L'obiettivo comune rimane quello di combattere efficacemente la pirateria online, evitando che il Piracy Shield diventi uno strumento eccessivamente restrittivo per la libertà di informazione e i diritti fondamentali.

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