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Il SEO e i suoi clienti: quali risultati garantire?

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C'era una volta Google e la sua prima pagina composta da 10 risultati: le SERP cambiavano giusto ogni fine mese (ricordate la celebre Google Dance?), quasi tutti gli utenti vedevano gli stessi risultati (dipendeva solo dal datacenter interrogato in quel momento) e se un software di tracking segnava "11 posizione" era certo che il nostro sito si trovava in 2° pagina.

Più si va avanti e più i cambiamenti offerti da Google riflettono quanto gli utenti si aspettano di trovare: risultati personalizzati, geolocalizzati, mappe (se si tratta di esercizi commerciali), news (se si tratta di personaggi) e posizioni disponibili (sono sempre 10?) rendono la prima pagina molto "ballerina".

Ecco un esempio rilevato qualche ora fa, per la keyphrase "scuola di lingue a roma". Si ottengono nell'ordine:

  • 3 annunci Adwords
  • 3 risultati organici
  • 7 risultati da Maps
  • altri 5 risultati organici

In questo caso i risultati organici sono 8 (e non 10), quindi garantire la 1° pagina non equivarrebbe a garantire almeno un 9° o 10° posto; un software di tracciamento del ranking, lanciato come verifica, individua uno dei siti presenti in una posizione diversa da quella reale.

Le difficoltà  per il SEO non si limitano solo alla garanzia del risultato, ma si estendono quindi anche al monitoraggio ed alla reportistica: chi mi dice che il cliente vede il mio stesso elenco di risultati? Chi spiega al cliente che, se il report generato dal software lo colloca in una posizione X, in realtà  la posizione reale è 2 o 3 posti più su e quindi ho fatto centro? Come dargli torto se non crede più alla nostra parola?

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