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Google.org contro la povertà  e l'inquinamento

Google dedicherà il dominio Google.org ad illustrare il modo in cui il gruppo dedicherà l'1% del proprio profitto ad opere umanitarie in tema di povertà, energia ed ambiente.
Google dedicherà il dominio Google.org ad illustrare il modo in cui il gruppo dedicherà l'1% del proprio profitto ad opere umanitarie in tema di povertà, energia ed ambiente.
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Spento il lettore DVD con una lezione sulla NeXt Economy, apro l'aggregatore e vedo che Google ha deciso di sfruttare il dominio Google.org a fini umanitari ("Il braccio filantropico di Google" recita il sito ufficiale). Il gruppo dedicherà  dunque parte delle proprie risorse a progetti sociali:

I fondi per le "opere di bene" saranno finanziati per la maggior parte dalla donazione dell'1% delle azioni dell'offerta pubblica dell'anno scorso, insieme all'1% dei profitti annuali.

Così Reuters ha spiegato il progetto, precisando infine che la sua missione sarà  quella di occuparsi della povertà  nel mondo, dell'energia e dell'ambiente. Se l'1% può sembrare una frazione minimale, il tutto va però commisurato sulle grandi cifre di un grande gruppo: è infatti di 1 miliardo di dollari circa il valore approssimativo della "donazione" Google, con un ulteriore obolo annuo ad oggi valutabile attorno ai 10 milioni di dollari.

Tornando alla NeXt Economy, è utile riflettere sul dovere morale e sociale delle aziende in quanto con tali azioni è possibile aumentare l'appeal del marchio, è possibile instaurare una migliore rete di relazioni ed è inoltre chiaro il fatto che tali attività  possono incrementare il mercato e le applicazioni del gruppo stesso. Povertà , energia ed ambiente sono di per sé campi di intervento totalmente condivisibili da chiunque, dunque il colpo appare positivo sia a livello di forma che a livello di sostanza. Bisognerà  ora attendere che il progetto prenda corpo con maggiore concretezza per capire quali siano gli effettivi obiettivi a cui il gruppo intende lavorare (per il momento si preannunciano idee volte alla tecnologicizzazione di paesi del terzo mondo o, più concretamente, alla ricerca di falde acquifere in Kenia). Per ora, naturalmente, con motivazioni che vanno ben oltre questa superficiale presa visione del tutto, pollice alto all'iniziativa.

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