Un'azione senza precedenti scuote il settore tecnologico in Giappone, con la Japan Fair Trade Commission (JFTC) che emette un ordine di cessazione contro Google per presunte pratiche anticoncorrenziali. Questa decisione rappresenta il primo caso antimonopolio significativo nel Paese, obbligando il colosso di Mountain View a rivedere i propri contratti con i produttori di smartphone e sottoponendosi a una supervisione quinquennale da parte di un ente indipendente.
Le indagini hanno rivelato che, dal luglio 2020, Google avrebbe siglato accordi con sei produttori di dispositivi Android, garantendo loro una quota dei ricavi pubblicitari in cambio del posizionamento privilegiato di Chrome e Google Search nelle schermate iniziali, escludendo al contempo i servizi concorrenti. Questi contratti avrebbero rafforzato la posizione dominante dell'azienda, ostacolando la concorrenza e limitando la libertà di scelta per i produttori e, indirettamente, per i consumatori.
L'ordinanza impone modifiche significative ai termini contrattuali, con l'obiettivo di garantire maggiore libertà ai produttori di dispositivi nella scelta dei servizi da preinstallare. Inoltre, la supervisione di un organismo indipendente per i prossimi cinque anni mira a prevenire future violazioni delle normative sulla concorrenza. Danielle Cohen, portavoce di Google, ha espresso disappunto per la decisione, sottolineando come gli accordi fossero stati progettati per promuovere la competitività e l'innovazione nel mercato. L'azienda ha dichiarato che analizzerà attentamente l'ordinanza prima di decidere come procedere.
Un contesto normativo in evoluzione
La decisione della JFTC si inserisce in un panorama globale di crescente attenzione alla regolamentazione delle grandi piattaforme digitali. Il Giappone, seguendo l'esempio dell'Unione Europea con il Digital Markets Act, ha recentemente approvato una legge mirata a contrastare le pratiche di auto-preferenza delle big tech. Questo quadro normativo riflette una tendenza globale: negli Stati Uniti, Google è coinvolta in un caso antitrust che potrebbe portare a una ristrutturazione aziendale, mentre l'UE monitora da vicino la conformità delle grandi piattaforme alle nuove normative.
Queste azioni dimostrano come i regolatori di tutto il mondo stiano intensificando i controlli sulle aziende tecnologiche, cercando di bilanciare il potere di mercato e promuovere una maggiore trasparenza e concorrenza.
Un precedente significativo
L'azione della JFTC potrebbe costituire un precedente rilevante per altri regolatori internazionali, stimolando un approccio coordinato alla regolamentazione delle operazioni transnazionali delle big tech. Questo caso sottolinea l'importanza di affrontare temi come la privacy, la concorrenza e la trasparenza in un contesto globale sempre più interconnesso.
La decisione rappresenta un passo cruciale verso un mercato digitale più equilibrato, aprendo la strada a un futuro in cui le regole del gioco siano più eque per tutti gli attori coinvolti. La risposta di Google e l'impatto di questa ordinanza sulle politiche regolatorie globali saranno osservati con grande attenzione nei prossimi anni.