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Google+ battuto da Facebook, Twitter e Pinterest sui referral

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Google+, il social network creato da Big, continua ad arrancare. Nonostante le numerose iniziative dell'azienda di Mountain View per attrarre utenza, i concorrenti continuano a mietere numeri incredibilmente più alti. E anche chi nel mondo dei social si è affermato relativamente da poco, come nel caso di Pinterest, ottiene performance maggiori. È quando emerge dall'annuale ricerca condotta da Shareaholic, il Social Media Traffic Report, su traffico e referral.

Lo studio è durato 13 mesi e ha coinvolto 200.000 editori e 250 milioni di utenti unici al mese. L'indagine ha voluto indagare quanto traffico in entrata e in uscita generassero i social network e le condivisioni social, per capirne il peso specifico in termini di qualità dei referral e di indicizzazione. I dati sembrano non mentire: fra tutti i social network, Google+ è uno dei più irrilevanti.

Senza troppe sorprese, Facebook è la piattaforma che genere più traffico, con l'8,1% sul totale, a cui fanno seguito Pinterest (3,4%) e Twitter (1,17%). Google+ si aggiudica un misero 0,06% del traffico, battuto da concorrenti da utenze ben inferiori come StumbleUpon, Reddit e LinkedIn.

Si tratta di risultati particolarmente interessanti per chi vuole organizzare una campagna social o vuole integrare le condivisioni sul proprio sito, per spingere la divulgazione e l'indicizzazione dei propri contenuti. Normalmente ci si trova a chiedersi se sia meglio uno "share" su Facebook o un "+1" di Google. E per molto tempo si è ritenuto che l'integrazione di Google+ fosse un fatto di per sé obbligatorio, considerato come lo stesso BigG abbia implementato specifici criteri di indicizzazione per chi sfrutta il suo social network, si pensi ad esempio alle classi author nei risultati di ricerca o alle rich snippet. Eppure, in termini di traffico generato, un "+1" ha scarsa valenza, non è capace di catalizzare l'attenzione degli utenti. Fatto questo invece superato da Facebook, Pinterest e Twitter, capaci di veicolare contenuti a una velocità ben superiore.

Fonti: MarketingLand, Webnews

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