Il progetto DNS4EU, presentato come pilastro per la sovranità digitale dell'Unione Europea, sta affrontando critiche crescenti sulla sua reale capacità di mantenere le promesse. Analisi recenti hanno messo in evidenza una contraddizione di fondo: nonostante l’obiettivo dichiarato di affrancarsi dai giganti tecnologici statunitensi, il servizio dipende ancora da infrastrutture non europee.
Le incongruenze emerse
Secondo l’esperto IT Jens Link, emergono incongruenze significative. Il sito ufficiale di DNS4EU utilizza Cloudflare per l’infrastruttura e Google per i server di posta elettronica, sottolineando una dipendenza che mina l’autonomia tecnologica dell’UE. Questi aspetti sollevano interrogativi sull’effettiva capacità del progetto di rappresentare un’alternativa valida e indipendente ai colossi tecnologici d’oltreoceano.
Altro punto critico: routing del traffico DNS
Un altro punto critico riguarda il routing del traffico DNS, che non rimane confinato all’interno dei confini dell’Unione Europea. Analisi dei dati BGP hanno rivelato che molte comunicazioni attraversano reti del Regno Unito, paese ormai esterno all’UE e membro dell’alleanza Five Eyes. Questo elemento solleva preoccupazioni in merito alla privacy e alla sicurezza dei dati, minando gli obiettivi di protezione dichiarati dal progetto.
Resilienza compromessa
La resilienza del servizio è ulteriormente compromessa dalla mancanza di una struttura ridondante adeguata e dall’assenza di un’implementazione anycast. Quest’ultima avrebbe potuto garantire una maggiore resistenza agli attacchi DDoS, distribuendo il carico su più provider europei. A peggiorare la situazione, è stata rilevata la trasmissione non criptata delle richieste DNS, una falla che espone gli utenti a rischi di intercettazione, come riportato dal portale Golem.de.
L'opinione di Jens Link
Jens Link ha sintetizzato la situazione affermando che “gli europei non riescono a gestire web e mail”, evidenziando un problema strutturale più ampio: la carenza di provider locali competitivi nel panorama digitale europeo. Questa debolezza infrastrutturale sottolinea la difficoltà dell’UE nel raggiungere una vera sovranità digitale.
DNS4EU continua a resistere
Nonostante le numerose criticità, DNS4EU rappresenta comunque un passo importante verso l’autonomia tecnologica dell’Unione Europea. Tuttavia, la dipendenza da fornitori esterni e le lacune infrastrutturali sollevano dubbi sulla capacità del progetto di soddisfare le sue ambizioni iniziali. I responsabili del progetto, tra cui l’ENISA, non hanno ancora fornito risposte ufficiali alle problematiche emerse, lasciando aperto il dibattito sul futuro della sovranità tecnologica europea.