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Dive into Arch Linux: intervista ad Andrea Scarpino

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Questa calda estate volge al termine, e mentre tanti di noi riprendono possesso delle loro workstation casalinghe, abbiamo voluto rivolgere qualche domanda a Andrea "Bash" Scarpino, uno degli sviluppatori italiani della distribuzione Arch Linux, molto popolare tra coloro che hanno un po´ più di dimestichezza con le dinamiche del pinguino. Andrea ha accettato di buon grado di rispondere ai nostri quesiti, e qui di seguito vi proponiamo la chiacchierata che c´è stata tra noi.

Ciao Andrea, innanzitutto presentati, e dicci un po´ di te: chi sei, che ruolo svolgi, le solite cose di rito.

Ciao Alessio, io sono uno dei 36 sviluppatori (60 se contiamo anche i Trusted Users) che portano avanti Arch Linux. Sono entrato a far parte del team di Arch Linux come TU nel marzo del 2008 e nel gennaio del 2009 ho iniziato a lavorare insieme a Pierre Schmitz per mantenere KDE; dopo qualche mese Pierre ha lasciato gestire tutto a me. Da allora seguo lo sviluppo di KDE in ogni dettaglio, riporto i bug segnalati dai nostri arcieri nel bug tracker di KDE e cerco di mantenere KDE pulito e leggero e mantengo le applicazioni per avere un desktop KDE completo e funzionale. Curioso se penso che 2 anni fa ero nella mailing list di sviluppo di awesome! Oltre a questo mi occupo di verificare che i pacchetti nei repo di Arch siano sempre impeccabili riportando e correggendo i loro bug.

Adesso sei il maintainer di KDE, hai "fatto carriera", per così dire. Ma il tuo viaggio con Arch Linux quando è iniziato, e come? Raccontaci un po´ le tue prime esperienze con la distro.

Ne è passato veramente tanto di tempo da quando feci il primo tentativo d´installazione con Arch 0.7.qualcosa (mi sa che era Gimmick). Tentativo che fallì e che mi fece tornare a Slackware. Aspettai qualche mese prima di riprovarci, stavolta eravamo già ad Arch 0.8 Voodoo e le cose andarono decisamente meglio. A quei tempi, anche se aveva già 5 anni, Arch era agli albori e mancavano un sacco di software quindi iniziai a imparare a fare i PKGBUILD e a creare i miei primi PKGBUILD in AUR; dopo un paio di mesi mantenevo un centinaio di pacchetti in AUR. Ero diventato attivo sul forum italiano e sul bug tracker ufficiale e i TU italiani mi convinsero a candidarmi; il primo passo era fatto, ero un TU. Come in ogni gavetta iniziai col mantenere roba poco utilizzata, ma col tempo adottavo pacchetti sempre piu´ interessanti e oggi mantengo tutta la suite KDE.

Sicuramente una storia piena di soddisfazioni; abbiamo parlato tanto di questo tuo famigerato lavoro di mantenimento di KDE per la distribuzione, e ho una domanda su una cosa di cui tanti (io per primo) saranno curiosi: com´è fatta la tua cassetta degli attrezzi? Hai qualche software particolare, ti servi di qualche magico script o è tutto completamente olio di gomito?

Per fortuna ho ereditato degli script da Pierre e grazie a loro con un paio di comandi aggiorno tutti i PKGBUILD, compilo KDE e uppo i pacchetti sui server. A me resta il compito di leggere i log, applicare/rimuovere le patch, fare modifiche ai PKGBUILD, leggere l´output di namcap, controllare la presenza di nuovi componenti in KDE, e di segnalare/risolvere i problemi di compilazione che devo dire sono frequenti su Arch visto che, essendo una distro bleeding edge, siamo i primi a utilizzare le ultime versioni di gcc o altre librerie utilizzate da KDE. Software utilizzati: konsole e vim!

Dicevo che c´era sotto qualcosa, eri troppo veloce! Il lavoro è comunque un sacco, script o non script, complimenti. Durante questo lavoro di packaging di KDE ti sarà sicuramente capitato di trovarti a confronto con altri developer della distribuzione per prendere decisioni in collettività, o semplicemente chiacchierare: Qual è il clima che si respira nella "stanza dei bottoni"? Sei stato messo a tuo agio da persone, ad esempio, come Aaron Griffin o Allan McRae, se ti è capitato di conversarci?

Iniziando con i due che hai nominato posso dirti che con Aaron c´ho parlato poche volte; per lo più quando avevo bisogno di qualche permesso per accedere ad alcuni servizi. Non è molto presente, ma segue tutto lo sviluppo anche se interviene pochissime volte. e anche con Allan non ho avuto mai grandi chiacchierate visto che lui si occupa dei tool di compilazione e di pacman, ma nelle poche che abbiamo fatto ho capito che è un gran simpaticone. Invece, quando collaboravo con Pierre praticamente ogni decisione veniva vista e discussa da entrambi, anche ora con Ronald è così solo che ora ho più carta bianca diciamo. Un´altra cosa che puo´ sembrare curiosa è che il DEV col quale mi sento più spesso è proprio il mio acerrimo nemico Ionu?. Ti sembrerà strano, ma da quello che ho visto io in questi 2 anni noi DEV la pensiamo tutti allo stesso modo. Prendi le votazioni pubbliche in arch-dev-public, quasi sempre si nota una sfilza di +1 e raramente l´idea di qualcuno viene bocciata. Comunque in generale trovo che i DEV siano tutti sulle loro, specialmente i piu´ "vecchi" (storicamente parlando), ma disponibilissimi a qualsiasi richiesta.

Interessante vedere come lo sviluppo di Arch si svolga in questo clima quasi di "austerità". Fin´ora abbiamo parlato del development della distribuzione, ma Arch Linux in realtà ha anche una grande comunità: quali sono le tue impressioni su questo?

Beh, una community che riesce a scrivere un wiki alla pari se non migliore di quello di Gentoo per me è la numero uno in assoluto. Realmente, ricordo che quando iniziai l´unico wiki completo e da considerare come la Bibbia di GNU/Linux era quello di Gentoo, invece ora viene nominato spesso quello di Arch come il wiki più completo e da seguire, anche su altre distro. Segno che la community di Arch è davvero in gamba. E qui devo fare un ringraziamento alla community italiana di Arch che m´ha cresciuto (Giovanni aka voidnull, prima di tutti).

Concordo in toto. Abbiamo parlato di sviluppo, di community, adesso mettiamole in relazione: che consigli hai per chi vuole addentrarsi nello sviluppo di Arch Linux? C´è una strada particolare da seguire, o secondo te la meritocraticità della struttura della distro mette abbastanza in evidenza da sé i soggetti validi?

Suggerisco d´avere tanta tanta voglia di far qualcosa per migliorare il proprio sistema. Alla fine è per questo che noi DEV e TU contribuiamo ad Arch. E lo puo´ fare chiunque. I programmatori possono contribuire a risolvere bug o allo sviluppo di nuove feature nei progetti propri di Arch come aur, netcfg, initscripts, abs, srcpac. Chi non sa programmare, invece, puo´ segnalare bug o aggiornare e tradurre le pagine del wiki, oppure aiutare i nuovi arrivati. In questo modo sicuramente si verrà notati dai piani alti e sarà possibile entrare a far parte del team. Per rispondere direttamente alla tua domanda: si, credo che la meritocraticità della struttura della distro mette abbastanza in evidenza i soggetti validi.

Questo è molto confortante, e un punto a favore veramente grande per l´infrastruttura di sviluppo della distro che si dimostra (lo so perché lo vivo in prima persona giorno dopo giorno) facilmente scalabile con il giusto know-how. Parlando proprio di punti di forza, cosa rende per te Arch Linux una distro preferibile alle altre?

Io sono approdato su Arch perché avevo bisogno di un sistema su misura: ero stanco di dover partire da un´installazione completa e dover togliere i pezzi. Arch ti installa il sistema di base e ti permette di installare solo quello che ti interessa, non ti influenza nemmeno sul DE da usare, e questo è il primo punto di forza. Avevo anche bisogno di un sistema che mi permettesse di ricompilare o aggiornare un software senza fare troppi casini con le dipendenze o con versioni non compatibili. Su Arch ogni software è aggiornato e puoi passare davvero facilmente dalla versione stabile nei repository alla versione in sviluppo prendendo il PKGBUILD da AUR. Infine, a me piace molto la politica di patchare un software solo se la patch è stata applicata dal suo sviluppatore, o la politica di compilare quasi sempre il software con le opzioni di default; Arch lascia decidere tutto "a monte", e chi meglio dello sviluppatore di un progetto può sapere cosa serve e cosa no?

Parole santissime! Certo, il fatto che sia una distro così modulare e così flessibile la porta per forza di cose a non essere adatta all´utente di tutti i giorni, ma non si può avere tutto dalla vita. Chi è cosciente di quello che fa scarichi la ISO e testi da sé, no?
Ora, momento gossip: se dovessi scegliere per qualche ragione di non usare più Arch Linux, su quale distribuzione ricadrebbe la tua scelta? Quali sono quelle che in questi anni ti hanno impressionato maggiormente?

Uhm... non ho mai usato Fedora e credo proprio che semmai dovessi lasciare Arch quella sarebbe la mia prossima distro. Chissà magari potrei aiutare Rex in futuro. Mai dire mai, ma dubito fortemente che un giorno lascero´ Arch Linux.

Bene, l´intervista termina qui, grazie del tempo e delle energie che ci hai concesso. Vuoi dire qualcos´altro ai nostri lettori?

Figurati, piuttosto grazie a te Alessio e a chi ci sta leggendo. Vorrei solo ripetere che con una patch, una traduzione di una pagina di man o di wiki, o anche con una donazione, chiunque può far parte della community di GNU/Linux; ancora meglio se entrate a far parte della community di Arch Linux. Buon proseguimento!

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