Nessun risultato. Prova con un altro termine.
Guide
Notizie
Software
Tutorial

Digital Markets Act: UE pronta a sanzionare le Big Tech non cooperative

L'Unione Europea intensifica l'applicazione del Digital Markets Act per garantire concorrenza leale e sanzionare le Big Tech non conformi.
Digital Markets Act: UE pronta a sanzionare le Big Tech non cooperative
L'Unione Europea intensifica l'applicazione del Digital Markets Act per garantire concorrenza leale e sanzionare le Big Tech non conformi.
Link copiato negli appunti

La recente stretta di Bruxelles contro il potere delle Big Tech segna un passo cruciale nella regolamentazione del mercato digitale europeo. Con l'entrata in vigore del Digital Markets Act (DMA), l'Unione Europea punta a ristabilire una concorrenza leale, affrontando pratiche anticoncorrenziali e promuovendo un ecosistema più equilibrato. Le sanzioni previste sono significative: le aziende che violano le norme rischiano multe fino al 10% del loro fatturato globale annuo, un chiaro segnale della determinazione dell'UE.

Durante un'audizione alla commissione Econ del Parlamento europeo, Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione per la transizione pulita, ha sottolineato l'importanza di garantire la conformità al DMA. Questa normativa, insieme al Digital Services Act (DSA), costituisce la base della strategia europea per regolare il mercato digitale. L'obiettivo è proteggere sia i consumatori che le imprese, creando un ambiente in cui l'innovazione possa prosperare senza il predominio di pochi attori tecnologici.

La vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica, Henna Virkkunen, ha ribadito l'importanza del dialogo normativo, pur riconoscendo la necessità di misure coercitive nei casi di non conformità. Attualmente, numerosi procedimenti sono in corso contro aziende come Google, Apple, TikTok e X. Questi casi evidenziano le sfide nell'implementazione delle nuove regole, che richiedono maggiore interoperabilità e trasparenza da parte delle piattaforme dominanti.

Google e Apple hanno già iniziato ad adeguarsi

Alcuni giganti tecnologici hanno già iniziato ad adeguarsi. Ad esempio, Google e Apple hanno introdotto modifiche come gli schermi di scelta, che permettono agli utenti di selezionare motori di ricerca o applicazioni alternative. Tuttavia, queste iniziative non sono esenti da critiche: concorrenti come DuckDuckGo sostengono che tali misure siano interpretate in modo restrittivo, limitando l'efficacia della normativa.

Le indagini formali avviate dalla Commissione Europea si concentrano su presunte violazioni come l'auto-preferenza di Google e le restrizioni imposte da Apple sull'App Store. Questi casi rappresentano un banco di prova per la capacità dell'UE di far rispettare le proprie normative in un contesto caratterizzato da risorse limitate per l'enforcement centralizzato.

Nonostante queste difficoltà, l'UE mira a stabilire un precedente globale, dimostrando che è possibile regolamentare il potere delle Big Tech senza soffocare l'innovazione. L'arsenale normativo dell'Unione Europea non si limita alle sanzioni: l'obiettivo finale è creare un mercato digitale equo, in cui ogni attore, grande o piccolo, abbia la possibilità di competere ad armi pari.

Ti consigliamo anche