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Cloudflare deve bloccare i siti Torrent illegali

Cloudflare dovrà bloccare l'accesso a tre dei principali siti Torrent con il suo resolver DNS 1.1.1.1, lo stabilisce il tribunale di Milano.
Cloudflare deve bloccare i siti Torrent illegali
Cloudflare dovrà bloccare l'accesso a tre dei principali siti Torrent con il suo resolver DNS 1.1.1.1, lo stabilisce il tribunale di Milano.
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A luglio dell'anno corrente era stata emessa un'ordinanza nei confronti di Cloudflare relativamente all'accesso ai siti Torrent tramite il resolver DNS 1.1.1.1. Stando alla decisione presa nel corso delle ultime ore dal tribunale di Milano, dopo aver esaminato il ricorso che era stato fatto dell'azienda, quest'ultima dovrà agire come precedentemente sancito.

Cloudflare: il tribunale di Milano conferma il blocco dei siti Torrent

Cloudflare aveva fatto presente che non è responsabile dei contenuti pubblicati sui siti e che il blocco tramite DNS non è una misura efficace, in quanto può essere facilmente aggirato. Il Tribunale di Milano ha però precisato che non esiste nessuna difficoltà tecnica, ragion per l’accesso ai siti deve comunque essere impedito.

I siti Internet chiamati in causa sono: kickasstorrents.to, limetorrents.pro e ilcorsaronero.pro. L'ordine è già stato attuato da Cloudflare e infatti provando ad accedere ai portali Torrent in questione viene mostrato l'errore HTTP 451. Da tenere presente che i tre siti non sono raggiungibili nemmeno con i DNS di Google e OpenDNS.

L'azione è stata coordinata da IFPI, che rappresenta l'industria discografica nel mondo, unitamente alle società associate in Italia Sony Music Entertainment Italy, Universal Music Entertainment Italy e Warner Music Italia.

Nel comunicato stampa diramato si legge quanto riportato di seguito.

Il Tribunale di Milano ha respinto le argomentazioni di CloudFlare sulla sostanza della richiesta, confermando che la piattaforma deve conformarsi all'ordine indetto o comunque essere soggetta a penalità.

Enzo Mazza, CEO di FIMI, dichiara invece quanto segue.

Questa è una decisione importante per l’Italia, e non solo: Cloudflare, così come altri intermediari che forniscono servizi simili, dovrebbero intensificare i propri sforzi per impedire agli utenti di accedere a siti web illegali di cui è stato ordinato il blocco.

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