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Adobe Creative Cloud: addio alla pirateria?

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Quella che Adobe si appresta a intraprendere è una vera e propria rivoluzione: così come ormai già  noto, la Creative Suite cesserà  infatti d'esistere e tutti i software - a eccezione di Fireworks - verranno inglobati nella Creative Cloud.

Nulla di cui l'utente si debba davvero preoccupare, in realtà , perché software come Photoshop non saranno ovviamente disponibili via browser, ma continueranno a esistere come applicazioni desktop classiche. Quel che cambia è il modello di pagamento - una sottoscrizione mensile ai servizi Adobe - e forse anche il modo con cui la softwarehouse si approccerà  alla pirateria.

A parlarne è John Paul Titlow in un interessante articolo di ReadWrite: il modello a sottoscrizione potrebbe rendere più difficile, o forse impossibile, la capacità  di utilizzare una copia piratata dei software Adobe. Quello della pirateria è un ambito che coinvolge il colosso della creatività  da anni, se non decenni, in particolare su Photoshop: lo strumento per il photoediting professionale, infatti, è una delle applicazioni più "craccate" di sempre. Un fatto che in realtà  non stupisce, perché più il software è costoso - Photoshop CS6 parte da circa 700 euro - più attira soluzioni cosiddette "alternative". Così negli anni si sono sviluppati molteplici sistemi per evadere le protezioni di Adobe, vicenda su cui l'azienda non ha potuto fare molto.

Grazie al nuovo universo subscription-based, Adobe cambierà  le modalità  di autenticazione del suo software. Non vi saranno più seriali da inserire e verificare - e da propagare rapidamente sul Web - bensì ogni software sarà  connesso all'account di un utente. E funzionerà  solo in relazione a questo account e all'esistenza di una connessione Internet, anche se non always-on, per verificarne le credenziali. Le attività  dei pirati si complicano, di conseguenza, perché gli accessi multipli con la stessa seriale verranno abbattuti e la necessità  di identificazione in Rete resa obbligatoria. Ovviamente non è detto che Adobe abbia trovato la soluzione definitiva al problema delle copie illecite - la Rete, come ormai tradizione, si adatta velocemente ai cambiamenti e nuovi stratagemmi è possibile che emergano anche piuttosto rapidamente - ma potrebbe comunque averne ridotto la portata. Se a questo si aggiunge che i prezzi delle sottoscrizioni mensili rimangono inferiori rispetto alle tariffe di odierna vendita, chissà  che molti utenti non decidano di tornare nella piena legittimità .

L'eventuale riduzione della pirateria e i nuovi modelli di vendita, così come giustamente ReadWrite sottolinea, potrebbero però avere un effetto boomerang per Adobe: potrebbero infatti rendere più popolari i prodotti della concorrenza. ReadWrite definisce proprio questa situazione come un'opportunità  per i competitor e si attende una crescita esponenziale di app come PixelMator, Inkscape, iPhoto, GIMP, Maya, Final Cut e molti altre nell'immediato futuro. Ovvero di tutte quelle proposte, sia gratuite che a pagamento, che offrono funzioni base o medio-avanzate più che sufficienti per l'utente comune, rendendo il distacco dalla Creative Suite meno doloroso. Sarà  davvero così? Non resta che attendere giugno per saperlo.

Fonte: ReadWrite

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