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Ubuntu 13.10: cosa c'è di nuovo

Ubuntu 13.10 porterà parecchie novità, tra cui la tech preview di un nuovo server grafico e il desktop environment Unity agggiornato all'ultima versione.
Ubuntu 13.10 porterà parecchie novità, tra cui la tech preview di un nuovo server grafico e il desktop environment Unity agggiornato all'ultima versione.
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All’inizio del mese di settembre, più di un mese prima del rilascio ufficiale previsto, Canonical ha reso disponibile ad utenti e sviluppatori la final beta di Ubuntu 13.10. Le novità di Saucy Salamander (nome in codice di quest’ultima versione di Ubuntu) riguardano sia innovazioni software molto significative, che l’ambito mobile su cui, negli ultimi anni, si sono concentrati gli sforzi di Canonical. Con il rilascio di Ubuntu 13.10, infatti, coinciderà la prima versione ufficiale di Ubuntu Touch, il sistemo operativo per smartphone e tablet, ed alcuni dispositivi sarebbero già in grado di fruire di tutti i benefici di questa validissima alternativa ad Android, iOS e Windows Phone.

In questo articolo analizzaremo in anteprima i principali aspetti di Ubuntu 13.10, basandoci su quanto viene fornito con la versione beta. Per chi volesse provare direttamente questa distribuzione, segnaliamo la possibilità di scaricare l’immagine .iso dal sito ufficiale, ricordando però che, essendo una versione ancora sperimentale, è sempre buona norma aspettare il rilascio ufficiale per un’installazione definitiva e ben funzionante.

Unity 7.1 ed XMir: il desktop di Ubuntu 13.10

La prima novità significativa di Ubuntu 13.10 è la presenza di un nuovo aggiornamento dell’interfaccia desktop made in Canonical, Unity 7.1. Questa nuova versione, che è già stata messa alla prova da alcuni utenti, ha fatto registrare un notevole incremento delle prestazioni, soprattutto per quanto riguarda il rendering grafico: in un confronto con Xfce, GNOME, KDE ed LXDE, infatti, Unity è risultata seconda soltanto ad Xfce.

Di pari passo ad Unity è stato introdotto XMir, un layer di compatibilità che garantisce il funzionamento di un nuovo server grafico, chiamato Mir, sopra il buon vecchio X. Sebbene sia ancora troppo immaturo per essere utilizzato come default su Ubuntu, Mir dovrebbe garantire una migliore compatibilità con Unity, ma ha il difetto di dover richiedere un adattamento di praticamente tutti gli altri desktop environment, come KDE, GNOME e Xfce. Per il momento, comunque, è ancora disponibile X come display server predefinito.

Figura 1. Il desktop di Ubuntu 13.10 Saucy Salamander
Il desktop di Ubuntu 13.10 Saucy Salamander

Altra importante novità è quella che riguarda l’introduzioni degli Smart Scope, che da diverso tempo erano attesi da molti utenti, e che in fase di perfezionamento dello scorso rilascio si è deciso di rimandare ad Ubuntu 13.10. Si tratta, in sostanza, della possibilità di utilizzare la Dash di Unity per estendere i risulatati delle ricerche con quelle effettuate anche su Google Images, Wikipedia, Amazon e SoundCloud in maniera perfettamente integrata e quasi trasparente, ordinando i risultati e mostrandoli in base alle preferenze dell’utente. Rispetto a quanto si era fatto durante la preparazione degli Smart Scope per Ubuntu 13.04 (poi rinviati), sono state migliorate anche alcune impostazioni sulla privacy circa le immagini ottenute dai suddetti motori di ricerca, che vengono richieste e recuperate in forma anonima.

Il video seguente mostra il funzionamento degli Smart Scope su Ubuntu 13.10.

I desktop environment alternativi

Con il rilascio della final beta, Canonical ha messo a disposizione di tutti gli utenti non solo Ubuntu 13.10, ma anche molte altre distribuzioni derivate, come Kubuntu, Xubuntu, Lubuntu, Ubuntu GNOME ed altre. In ognuno di questi casi, si tratta di soluzioni già note agli utenti, che con il nuovo rilascio potranno godere di diverse novità.

Per quanto riguarda Ubuntu GNOME, il desktop environment è GNOME 3.8 (e non il 3.10, la cui uscita dovrebbe essere imminente ma oggettivamente troppo a ridosso della data di rilascio ufficiale), con tutte le sua caratteristiche innovative e l’introduzione della GNOME Classic Session, che consentirà agli utenti più nostalgici di avere un’esperienza desktop che ricorda quella di GNOME 2. E’ stato anche migliorato l'installer Ubiquity, che include il pannello di Gnome Shell.

Figura 2. Il desktop di Ubuntu GNOME 3.10
Il desktop di Ubuntu GNOME 3.10

Kubuntu 13.10, invece, pare la derivata che ha subito più modifiche rispetto al rilascio precedente. Include KDE 4.11, che fornisce all’intero sistema delle migliori performance circa la ricerca e l’indicizzazione dei file, oltre alla qualità grafica dell’ambiente desktop, che rimane tra le migliori. Peccato solo che la bellezza costa, rendendo questo desktop environment la soluzione più pesante, se messa a confronto con le altre derivate.

Le altre due distribuzioni derivate da Ubuntu e degne di nota, sono Xubuntu 13.10 (basato su Xfce) e Lubuntu 13.10 (che utilizza LXDE). In entrambi i casi, non sono da segnalare stravolgimenti, ad eccezione di qualche miglioria grafica, e dell’introduzione di Firefox al posto di Chromium in Lubuntu.

Ubuntu e i dispositivi mobile

In concomitanza con il rilascio di Ubuntu 13.10, previsto il 17 ottobre, verrà rilasciata anche la prima versione ufficiale di Ubuntu Touch 1.0. Questo è probabilmente il traguardo più importante che Canonical riuscirà a raggiungere, dal momento che questo sistema operativo sta già riscuotendo diversi pareri positivi.

Con Ubuntu Touch 1.0, Canonical afferma di potere distribuire un sistema operativo in grado di fondere l’esperienza mobile e desktop in un unico dispositivo, sebbene non sia ancora riuscita a realizzare e produrre un proprio smartphone (come invece aveva tentato di fare con il progetto Ubuntu Edge). Esistono già alcuni modelli segnalati da Canonical che potranno supportare questo innovativo sistema operativo, quali i Samsung Galaxy Nexus, Nexus 4, Nexus 7 e Nexus 10, ma per vedere un dispositivo prodotto apposta per Ubuntu Touch, probabilmente avremo bisogno di qualche altro mese.

Figura 3. Ubuntu Touch 1.0 sarà disponibile dal 17 ottobre prossimo (fonte: news.softpedia.com)
Ubuntu Touch 1.0 sarà disponibile dal 17 ottobre prossimo (fonte: news.softpedia.com)

Sistema ed altre novità

Intanto, i segnali di questa tendenza alla fusione desktop-mobile si notano anche per una serie di innovazioni introdotte indirettamente in Saucy Salamander, con il nuovo kernel Linux 3.11. Oltre ad alcune migliorie circa il supporto di nuove CPU e schede grafiche (soprattutto AMD), il lavoro di sviluppo nella direzione dei processori ARM e delle memorie a stato solido continua quasi ininterrottamente.

Nel desktop, invece, al fine di perfezionare ancora l’usabilità del sistema, è stata introdotta di default l’applet per la modifica del layout della tastiera, e sono state apportate alcune modifiche ai temi Ambiance e Radiance. Le applicazioni sono pressocchè quelle già viste in Ubuntu 13.04, aggiornate alle versioni più recenti: Thunderbird e Firefox 24 saranno rispettivamente il client email ed il web browser predefiniti, LibreOffice 4.1 la office suite di default, e Rhythmbox il principale riproduttore multimediale.

Figura 4. Alcune applicazioni sul desktop di Ubuntu 13.10
Alcune applicazioni sul desktop di Ubuntu 13.10

Conclusioni

Le principali novità che si vedono su Ubuntu 13.10 riguardano sostanzialmente Unity, che finalmente comincia a far vedere un po’ di maturità rispetto a tutte le critiche che aveva fin qui ricevuto. Con l’introduzione di Mir (quando finalmente sarà pronto), probabilmente le sue funzionalità e le sue performance potranno ulteriormente migliorare. Gli Smart Scope, inoltre, forniscono alla Dash tutte quelle potenzialità (adesso visibili e fruibili come non mai) per le quali essa stessa è stata pensata, e contribuiscono in modo determinante all’usabilità ed al livello di integrazione tra il web ed il sistema operativo.

L’ultimo passo è, adesso, stare a vedere cosa accadrà con l’avvento di Ubuntu Touch. Se davvero si vuole fondere l’esperienza desktop con quella mobile, bisognerà stare attenti a non perdere molte di queste potenzialità a causa delle ridotte capacità di uno smartphone o di un tablet. Una trappola nella quale molti produttori di sistemi operativi hanno rischiato, rischiano o stanno per rischiare di cadere, e che Canonical dovrà stare bene attenta ad evitare.

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