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Raspberry Pi o Arduino? Guida alla scelta

Raspberry Pi e Arduino non sono due device intercambiabili, scopriamo le differenze tra le due board e i contesti in cui utilizzarle
Raspberry Pi e Arduino non sono due device intercambiabili, scopriamo le differenze tra le due board e i contesti in cui utilizzarle
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Le board low-cost sono state ormai completamente sdoganate anche nel mercato consumer. La loro popolarità è arrivata ai livelli odierni grazie in particolare a due device, ovvero: Raspberry Pi e Arduino.

Grazie a questi dispositivi infatti, è possibile realizzare un enorme ventaglio di progetti, anche molto complessi, che in precedenza erano attuabili unicamente da persone con competenze tecniche elevate. Queste due board presentano tuttavia delle differenze significative e si rivolgono a due pubblici in alcuni casi notevolmente diversi.

Raspberry Pi e Arduino non sono la stessa cosa

Raspberry Pi e Arduino appaiono visivamente con due oggetti simili, entrambi possono essere programmati per dei compiti specifici, è possibile aggiungervi degli add-on hardware per estendere le funzionalità di base e i rispettivi firmware e software sono completamente personalizzabili cosi, da adattarsi ad ogni esigenza e necessità dell'utente.

Date tali caratteristiche, ad un osservatore superficiale questi due oggetti potrebbero apparire intercambiabili, in realtà si tratta di prodotti molto differenti. Nella guida di oggi andremo ad analizzare le particolarità e specificità del Raspberry Pi e di Arduino.

Elencheremo anche i vari punti di forza dei due device, in modo tale da far capire all'utente alle prime armi quale sia la soluzione a lu più adattoi o che si adatta meglio al progetto che si ha in mente di sviluppare.

Infatti, anche se Raspberry Pi e Arduino sono molto accessibili e relativamente semplici da utilizzare e configurare, non è detto che un neofita riesca fin da subito a capire quale dei due scegliere.

Le differenze tra Raspberry Pi e Arduino

Come anticipato in precedenza le due board sono visivamente simili ma hanno delle peculiarità che li differenziano anche notevolmente.

Nello specifico Arduino è sostanzialmente un micro-controller, ovvero un dispositivo elettronico integrato su singolo circuito elettronico, che viene generalmente impiegato all'interno di configurazioni embedded per eseguire il controllo e l'automazione di una serie di operazioni e procedure.

Raspberry Pi è invece un vero e proprio SBC (Single-Board Computer) dunque al suo interno possiamo reperire tutti i componenti di un normale PC racchiusi appunto all'interno di un singolo circuito stampato. Raspberry Pi è infatti dotato di un SoC (System on a Chip) ARM che include una CPU (Central Processing Unit), della memoria RAM (Random Access Memery), una GPU (Graphics Processing Unit) e tutti gli altri componenti di un computer, ad eccezione del disco rigido che deve essere inserito manualmente dall'utente, saldati direttamente sul PCB (Printed Circuit Board).

Cosa è possibile fare con Raspberry Pi

Raspberry Pi

In buona sostanza con Raspberry Pi è possibile eseguire tutte le operazioni che normalmente si svolgono su un PC tradizionale, con l'unica differenza che tale dispositivo è basato sull'architettura ARM invece della più comune x86 usata sui notebook o sui PC fissi.

Tramite Raspberry Pi si può quindi: navigare sul Web, riprodurre contenuti multimediali, redigere documenti digitali, videogiocare, chattare o programmare. Oltre alle distribuzioni Linux è possibile installare anche Windows, cosi da ottenere un'esperienza utente quanto più simile possibile ad un classico terminale.

Raspberry Pi si focalizza dunque su di un pubblico maggiormente generalista che è interessato a svolgere tutta una serie di task che può già eseguire su di un PC.

Ad esempio tramite tale board ARM si può realizzare un: server VPN, un Web Server, un NAS casalingo oppure un media center o addirittura convertirlo in un Android TV Box da comandare tramite telecomando Bluetooth.

Sostanzialmente Raspberry Pi combina tutta la flessibilità di un normale PC con le caratteristiche dei device ARM, ovvero bassi consumi energetici e dimensioni estremamente ridotte. Ed è proprio grazie a tali aspetti che ha conquistato la sua attuale popolarità all'interno del proprio mercato di riferimento.

Ricapitolando: con Raspberry Pi è possibile sostituire completamente il proprio computer ed eseguire praticamente i medesimi task. Inoltre il dispositivo si presta bene anche ad applicazioni di domotica ed IoT, dato che può essere facilmente utilizzato per eseguire il monitoraggio ed il controllo remoto di un'ampia gamma di device.

Cosa è possibile fare con Arduino

Arduino

Arduino invece, essendo appunto un micro-controller, ha capacità computazionali notevolmente minori rispetto a Raspberry Pi ma in ogni caso può essere programmato ed implementato all'interno di dispositivi più grandi.

Si tratta infatti di una board per applicazioni "embedded", dunque diventa parte integrante di qualcosa di più complesso. Ad esempio è possibile utilizzare Arduino per realizzare un amplificatore audio, da implementare all'interno di un impianto Hi-FI home made. Oppure si può programmarlo in modo tale che esegua una serie videogiochi, molto semplici, all'interno di un cabinato o ancora per animare una pulsantiera.

Inoltre Arduino non può essere equipaggiato con un sistema operativo completo come Linux o Windows, si basa su una serie di firmware programmabili, ed installabili tramite una porta seriale apposita, che sostanzialmente svolgono una serie di task predefiniti e basta, senza offrire un ambiente Desktop completo.

L'obbiettivo di Arduino non è infatti sostituire un PC ma è più che altro offrire una piattaforma hardware totalmente personalizzabile capace di animare un dispositivo elettronico.

L'architettura di Arduino è stata pensata per garantire il completo controllo sulle tempistiche di esecuzione dei programmi. Tale caratteristica lo rende quindi perfetto per tutti gli applicativi e device, come le stampanti 3D, o i servomotori industriali, che per garantire risultati ottimali devono rispettare determinate tempistiche durante il loro ciclo operativo.

In buona sostanza Arduino si presta ad essere implementato in una vasta gamma di attività e dispositivi industriali, possiamo trovarlo nelle attrezzature mediche, magari per pilotare il sensore che misura il tasso glicemico o il battito cardiaco, oppure per automatizzare un sistema di irrigazione o ancora per animare le diverse parti di un piccolo robot telecomandato.

Arduino quindi è la "spina dorsale" che consente di animare e progettare tutta una serie di apparecchiature elettroniche ed agisce ad un livello più basso ed integrato rispetto a Raspberry Pi.

Dunque gli utenti che optano per Arduino sono interessanti ad implementare dei servizi o dei prodotti diversi da quelli che è possibile realizzare con Raspberry Pi.

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