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OpenMandriva Lx 2013: ecco la figlia di Mandriva

Mandriva è diventata OpenMandriva: vediamo insieme la nuova distribuzione Linux francese con KDE e tutti i software di ROSALab.
Mandriva è diventata OpenMandriva: vediamo insieme la nuova distribuzione Linux francese con KDE e tutti i software di ROSALab.
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Quando Mandriva in sé ha cessato di esistere, io sinceramente non ho prestato molto orecchio ai passi successivi, credendo che un processo simile con un’organizzazione così alle spalle avesse davanti solo un baratro. E invece non è così. Mandriva probabilmente è tra i progetti più tormentati all’interno della comunità Linux, e siamo già ad un nuovo cambio di nome, visto che il trademark sul precedente era già registrato, e a Mandriva SA, la società propriearia del marchio già da prima, sono stati ceduti tutti i diritti di proprietà intellettuale.

Tirata quindi una riga, un punto e a capo, ci troviamo davanti a questa nuova distribuzione Linux chiamata OpenMandriva Lx, che giunta nel suo stadio di Beta si presenta, con qualche bug, pronta per essere testata e per farci guardare cosa ci aspetta in futuro.

Installazione

Inizialmente ho avuto qualche perplessità su questa OpenMandriva Lx 2013: correntemente il sistema infatti si avvia nella mia VirtualBox solo se tengo il puntatore del mouse fuori dalla finestra. Tralasciando le ore che ho perso per scoprire tutto questo, abbiamo come ogni media d’installazione la possibilità di infilare il CD (o la penna USB) nell’orifizio di interesse della macchina, e scegliere cosa fare, se avviare il sistema live o far partire direttamente l’installer. Una volta fatto un giro in live, ho optato per l’installazione su disco rigido.

Figura 1. L’installer di OpenMandriva Lx 2013
L’installer di OpenMandriva Lx 2013

L’installer non è particolarmente complicato anche se totalmente mancante di ogni tipo di eyecandy, quindi niente tema e interfaccia rudimentale. In ogni caso, fa perfettamente quello che deve fare con una GUI semplicissima, però non mi sono scandalizzato più di tanto - anzi. Ovviamente, completata l’installazione possiamo tranquillamente riavviare la macchina, che ci presenterà una schermata di login tra le più classiche.

L’interfaccia di OpenMandriva Lx 2013

L’interfaccia di OpenMandriva Lx 2013 mi ha un po’ sorpreso: se infatti il core del sistema operativo ci permette di fare le nostre operazioni con calma e si presenta fondamentalmente piuttosto stabile, la GUI è qualcosa che usando KDE sono abituato a pensare come un prodotto ormai curato, soprattutto se parliamo di un’impostazione di default pensata dai creatori delle distribuzioni. OpenMandriva Lx 2013 invece ci presenta all’occhio una situazione diversa, spiattellando su KDE quello che era già stato fatto eccellentemente dagli sviluppatori del team di Elementary OS e riportandolo pari pari sull’ambiente del draghetto, ovviamente con non poche controindicazioni.

Figura 2. Il desktop di OpenMandriva Lx 2013
Il desktop di OpenMandriva Lx 2013

Quello che succede è che i gradienti del tema Qt sono fatti su misura per un determinato tipo di applicazioni, che probabilmente sarà una grossa percentuale di quelle che andremo ad utilizzare. Viceversa, esulando di poco da quelle applicazioni lineari, dotate di menubar e toolbar e coerenti con un certo stile, ci ritroviamo con un’interfaccia poco piacevole alla vista. Oltre questo, anche le icone sembrano le Elementary mischiate con un altro stile, più giocattoloso, e l’intera personalizzazione del desktop è curata da ROSA, un team di sviluppatori che ha portato sempre quel briciolo di innovazione mancante in Linux negli anni attraverso alcune applicazioni specifiche per Mandriva.

Figura 3. Alcune incongruenze nella UI
Alcune incongruenze nella UI

Alcune di queste le possiamo ritrovare anche in OpenMandriva Lx 2013, la quale porta con sé tutto il bagaglio di software prodotto da ROSA, il secondo me orrorifico tema KDE (ma niente paura: c’è sempre Oxygen a salvarci), e gli innumerevoli launcher di applicazioni che ci vengono messi, al primo avvio, direttamente sul pannello in modo da poterle testare, anche in contemporanea, per scegliere quello che ci si addice di più. Essenzialmente, abbiamo il menu standard di KDE e due altre opzioni, molto più simili a Launchpad di Mac OS X o altri launcher come quello di GNOME.

OpenMandriva Lx 2013: le applicazioni

Ovviamente, una distribuzione Linux è fatta anche di applicazioni: all’interno di OpenMandriva Lx 2013 troviamo Mozilla Firefox come browser predefinito, e tutta la suite di KDE per quanto riguarda i software già presenti all’interno della macchina out of the box. Alcuni tuttavia sono sostituiti, come KVirc che sostituisce Konversation. All’interno di alcuni launcher, addirittura, spuntano doppioni di icone e applicazioni: spero che questo sia un bug che verrà risolto presto, perché vedere KMail due volte, beh, fà un po’ strano.

Figura 4. Firefox in OpenMandriva Lx 2013
Firefox in OpenMandriva Lx 2013

Per quanto riguarda il lato media, abbiamo Amarok come player audio, invece il comparto video è soddisfatto pienamente da ROSA Player, uno dei software made in ROSALab, che ha tutta la sua ragion d’essere e compete anche con i più blasonati player come VLC. Ovviamente, lato ufficio, non può certo mancare una buona suite per i documenti, che anche in questo caso come per tutte le altre distribuzioni viene fornita da LibreOffice. Insomma: c’è proprio tutto. Se vogliamo installare qualcos’altro, c’è sempre il ROSA Software Center.

Gli strumenti di sistema

Mandriva è famosissima all’interno della cerchia di utenti Linux un po’ più attaccati al passato anche per essere una distribuzione parecchio configurabile per via grafica, lasciando all’utente la possibilità di decidere su tantissimi aspetti del suo sistema operativo ricorrendo solo all’interfaccia grafica, e senza avere la costrizione di utilizzare un emulatore di terminale. Questo si riflette anche in OpenMandriva Lx, dove abbiamo un tool eccellente per configurare la distribuzione.

Figura 5. Il tool di configurazione del sistema
Il tool di configurazione del sistema

L’OpenMandriva Control Center ci consente di mettere a punto le nostre procedure di boot, personalizzare l’aspetto grafico, installare e rimuovere software, e fare praticamente qualsiasi altra cosa che sia collegata con il “sotto il cofano” della distribuzione.

Insomma, questa OpenMandriva Lx raggiunge la sufficienza dopo i primi attimi di perplessità in cui, ad essere sincero, avevo pensato di cestinarla brutalmente. Se avete tempo e voglia, anche solo in macchinqa virtuale è bene testarla, soprattutto per vedere come vanno le cose in quella che un tempo era casa Mandriva.

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