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Come organizzare i contenuti di un sito Web in maniera efficace per facilitarne la loro reperibilità
Con la collaborazione di www.informationarchitecture.it
Per quanto un sito possa essere amatoriale e svilupparsi su un numero limitato di pagine, le attività da svolgere per passare dall’idea alla messa online sono in ogni caso numerose. Non tutte hanno la stessa importanza e durata, e capita spesso che alcune di queste vengano compresse o saltate perché ritenute non essenziali alla buona riuscita di un progetto web.In realtà, la qualità di un progetto si basa anche su principi ed elementi “invisibili” e non quantificabili, difficili da cogliere da parte dell’utente e purtroppo, sottovalutati anche dai progettisti.
La categorizzazione dei contenuti è una di queste attività, su cui si punta poco l’attenzione nonostante sia imprescindibile, indipendentemente dalla tipologia del sito che vogliamo realizzare. Molto spesso raggruppiamo e strutturiamo i contenuti partendo da quello che è ovvio per noi, basandoci in questo modo sui nostri modelli mentali personali. È proprio così, però, che si compiono grossolani errori, che incidono negativamente sul successo e la qualità dei progetti web.
Che cos’è la categorizzazione e perché è importante? La suddivisione dei contenuti in aree e sezioni incide direttamente sulla “findability”, cioè la capacità degli utenti di reperire in maniera semplice e intuitiva le informazioni ricercate. Nel caso di siti molto complessi e di intranet la “findability” è spesso il problema centrale: ci sono così tanti contenuti che gli utenti non sono in grado di trovare ciò di cui hanno bisogno.
La categorizzazione gioca un ruolo chiave anche nei siti di informazione (ad esempio i quotidiani online), o i portali come Yahoo, che devono il loro successo alle categorie o directory.
Innanzitutto, dobbiamo aver chiaro l’obiettivo del sito, il messaggio che vogliamo dare, a chi ci rivolgiamo e quali contenuti pubblicare per andare incontro alle aspettative dei nostri futuri utenti e comunicare i nostri valori e il nostro messaggio.
Per contenuti intendiamo informazioni e dati, che posso essere testuali o di altro tipo (es. orario dei treni, mappe, software da scaricare etc).
Il primo step è quindi dedicato alla definizione dei contenuti del sito, anche qualora il sito sia già esistente. In questo caso, a differenza di un progetto ex novo, si parte già da una base di contenuti che va tenuti in considerazione, anche se suscettibile di modifiche e revisioni. L’elenco dei contenuti non deve essere necessariamente sviluppato in ogni dettaglio, ma si può inizialmente partire dagli argomenti generali, che solo in un secondo tempo verranno analizzati in dettaglio.
Avere in mente gli argomenti da includere nel sito è solo però il primo passo. Una volta individuati, come vanno presentati sul sito? Come devono essere strutturati e in che rapporto stanno i contenuti tra di loro?
Innanzitutto mai dare per scontato che noi siamo gli “utenti medi” e che il nostro modello mentale sia l’unico. Per progettare un sistema di organizzazione dei contenuti che sia efficiente e significativo per ogni utente, dobbiamo allontanarci dai nostri schemi mentali.
Cosa si intende per modello mentale? Proviamo a pensare all’organizzazione dei nostri bookmark o dei documenti sul nostro pc. Appena ci spostiamo sul computer di un nostro amico o collega, non ci ritroviamo più. C’è ad esempio chi divide i file per tipologia (es. proposte grafiche, contenuti, html etc) oppure per fasi di approvazione (dal cliente, nostre proposte, definitivi, da approvare), chi non li divide affatto e si basa sul nome del file per rintracciarli.
Lo stesso si può dire dei bookmark: l’organizzazione può essere per temi (grafica, siti flash, HTML, JavaScript), per gradimeno (interessante, da rivedere, da tenere etc). Altrettanto personale è la struttura ad albero delle cartelle o raggruppamenti: alcuni ne hanno molte, con pochi sottolivelli, altri prediligono poche cartelle ma molto ramificate, etc. Lo stesso si può dire per le modalità di ricerca. La categorizzazione e la ricerca sono attività molto personali, che si basano sulle nostre abitudini e su ciò che riteniamo “essere significativo”.
È essenziale quindi capire cosa l’utente si aspetta di trovare sul nostro sito, come e dove lo cerca, cioè come si muove naturalmente in un ambiente web. Raggruppare i contenuti significa quindi creare insiemi di elementi che siano intuitivi e significativi per tutte le tipologie di utenti.
L’organizzazione dei contenuti che si vuole adottare nel sito deve quindi tenere conto dei modelli mentali degli utenti, ma anche dei vari stili di ricerca:
Come procedere allora? I gruppi o categorie di contenuti devono innanzitutto essere più omogenei possibili. Ci sono diversi principi di raggruppamento o schemi organizzativi, che definiscono le caratteristiche comuni dei contenuti e influiscono sul loro raggruppamento logico. Essi si dividono in due grandi gruppi: esatti e ambigui. (anche questa stessa suddivisione potrebbe essere definita uno schema organizzativo…). Vediamoli subito.
Questi schemi organizzativi dividono le informazioni in gruppi ben definiti e mutualmente esclusivi. (es. lettere dell’alfabeto). Sono fatti e pensati per agevolare la ricerca mirata. Questi schemi sono facili da realizzare, da usare e da mantenere.
L’ambiguità risiede nella mancanza di univocità di definizione di ogni categoria. Questo è legato sia all’ambiguità stessa del linguaggio, sia alla soggettività dei criteri. Questi schemi sono difficili da realizzare e difficili da mantenere, proprio perché deve essere chiaro a chi organizza e mantiene nel tempo, quali sono i criteri alla base e come agire in caso di ambiguità.
Gli schemi ambigui, per la loro natura, sono spesso più utili e importanti di quelli esatti. Consideriamo il tipico catalogo della biblioteca: possiamo cercare per autore, titolo o per soggetto. Gli schemi di classificazione ambigui, come quelli per soggetto sono i più utilizzati, per una semplice ragione: spesso non sappiamo che cosa stiamo cercando esattamente. A volte non conosciamo semplicemente un elemento (es. nome dell’autore o titolo), ma in altri casi invece abbiamo solo una vaga idea di cosa cercare (es. tutto quello che riguarda il tennis)
Nella maggior parte dei casi, la soluzione ideale consiste nell’utilizzo di uno schema ibrido, cioè un insieme di schemi complementari e non esclusivi (per topic, task, target). In questo caso, è però importante che non si crei confusione visiva tra di essi, e siano ben circoscritti all’interno della pagina, per poter intuire la differenza tra di essi.
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