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Cloud conference, le nuvole viste dagli sviluppatori

Un breve resoconto, i link alle slide e le interviste per raccontare una giornata di contenuti tecnici di qualità sul cloud computing
Un breve resoconto, i link alle slide e le interviste per raccontare una giornata di contenuti tecnici di qualità sul cloud computing
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Il 18 aprile 2013 a Torino si concretizza l'idea di conferenza sul cloud computing concepita da Gabriele Mittica, Walter Dal Mut e un gruppo di sviluppatori cresciuto all'ombra della Mole: secondo il gruppo torinese si parla molto di questo argomento ma ancora poco in senso strettamente tecnico.

Dati i presupposti la Cloud Conference 2013 di Torino risulta da subito molto concreto, si comincia con la storia che ha portato Amazon a creare i propri servizi cloud AWS: proprio affrontando quelle problematiche che sono alla base del passaggio da una applicazione Web tradizionale di e-commerce, ad una applicazione basata su servizi e che possa scalare per far fronte a picchi di richieste che si verificano in alcuni momenti dell'anno, o per fatti meno prevedibili.

Il caso Amazon AWS

Amazon, una volta realizzata la sua infrastruttura ne ha fatto un business e dal 2006 l'ha messa a disposizione di tutti creando AWS: una serie di servizi su cui si basa lo stesso sito Amazon.com.

A molti sviluppatori risultano già noti i servizi EC2, S3 e forse i servizi di DB relazionali (e non) della piattaforma. In particolare la piattafoma EC2 è molto complessa e permette configurazioni molto articolate. Per questo sono state mostrate delle piattaforme "semplificate" come ASW BeanStalk e AWS OpsWorks.

Migrare in modo intelligente PHP su cloud

Si scende ancor più in dettaglio con Gabriele Mittica che mostra come rendere scalabile una applicazione PHP, isolando le richieste di file statici, configurando il database MySQL (che risulta tra le cose più complesse) e scalando le istanze della cache e della logica del'applicazione.

>> Leggi la guida WordPress e Cloud Computing con Amazon di Gabriele Mittica e Walter Dal Mut

Tra le più importanti considerazioni emerse ce n'è una sui costi: normalmente i servizi cloud risultano costosi perché si tenta di replicare un'infrastruttura tradizionale all'interno di una PAAS, in questo modo il passaggio alla nuvola può diventare poco economico. Nel suo talk Mittica mostra come effettuare dei test di carico di una applicazione di una certa complessità come un CMS, al costo di poche decine di dollari.

Anche Zend Tecnologies con Enrico Zimuel presenta una soluzione di PAAS destinata agli sviluppatori PHP: Zend Developer Cloud. La piattaforma mette a disposizione istanze di Zend Server che possiamo creare e condividere in modo dichiarativo, oltre ad un sistema di API e altri servizi come le code di elaborazione asincrona e un gestore per l'ottimizzazione delle applicazioni.

Cloud e Mobile

James Brady, CTO di Trigger.io, mostra come il cloud possa essere utile anche per creare applicazioni mobile per iOS e Android. Grazie al suo tool online, un qualunque Web Front-end developer esperto di HTML/CSS/JS può scrivere e compilare applicazioni senza passare per i classici ambienti di sviluppo (XCode ed Eclipse) e soprattutto passando per la verifica dell'applicazione solo una volta.

Si possono effettuare compilazioni direttamente nel browser, grazie ad una simulazione, per testare quello che succede e si può utilizzare qualunque dispostivo. Alla fine, ed è forse la cosa più interessante, Trigger.io permette di pubblicare l'applicazione sullo store e continuare a modificarla senza dover sottomettela di nuovo ad ogni modifica. Un po' come siamo abituati a fare sul Web, l'unico vincolo che abbiamo su App Store di Apple è quello di non modificare l'essenza dell'app, quindi se abbiamo creato un gioco non possiamo sostituirlo con una applicazione di ricette ad esempio.

SQL o NoSQL?

Se avessimo avuto ancora qualche dubbio nei confronti di prodotti NoSQL, questa conference ce li avrebbe tolti definitivamente. Mitch Pirtle, co-autore di Joomla, ha un semplice argomento per suggestionare la platea: "il Cloud ci crea problemi finché insistiamo a metterci su cose che non sono pensate per il cloud. MySQL e Oracle sono complicati da scalare, PostgreSQL potrebbe andar meglio, ma non lo usa nessuno... quindi? MongoDB", perché memorizza le informazioni nel modo in cui siamo abituati a gestirle: come oggetti.

Se questo non bastasse c'è il fenomeno cosiddetto dei Big Data per i quali il classico approccio relazionale non sembra più adeguato. I dati arrivano a velocità enormi e in modo non strutturato o aggregato, arrivano da fonti diverse e non sono omogenei.

Per dare un'idea del tasso di crescita dei dati Walter Dal Mut cita l'evoluzione delle capacità necessarie a contenere le informazioni di Facebook: da 30PB (Peta Byte, ovvero 10^15 byte) del 2011 si passa a 100PB nel 2012 e a 500PB nel 2013 e si arriverà presto all'ordine degli ExaByte (10^18).

Per far fronte a questo genere di sfide si può cambiare il modo di gestire i dati e passare dalle tabelle ai grafi, come spiega molto bene Luca Garulli presentando OrientDB. Grazie all'adozione dei grafi e degli archi possiamo ottenere informazioni con costo computazionale costante, ma soprattutto comporre query complesse abbattendo il costo oneroso dato dalle Join, soltanto costruendo opportuni cammini all'interno del grafo.

>> Leggi Introduzione a OrientDB

Esistono connettori per OrientDB in tutti i linguaggi più importanti ed è interessante anche il porting per Android.

Scarica qui le slide di Luca Garulli

L'evento si chiude con l'intervento di Flavio Percoco su OpenStack di RedHat.

È davvero difficile rendere con poche righe la ricchezza e l'utilità di contenuti profuse in questo evento, del quale ci auguriamo di vedere presto una nuova edizione, da parte nostra ci saremo per partecipare a raccontare e spiegare il Cloud Computing dal punto di vista degli sviluppatori.

 

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