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Le scuole di programmazione sono veramente utili?

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I veterani dello sviluppo software sono troppo elitari? Il dibattito lo apre Cahlan Sharp, autodidatta della programmazione e fondatore della “tech academy” DevMountain, che, in risposta a un precedente intervento, ha invitato gli esperti del coding ad accogliere più che respingere le nuove leve.

L’intervento di Sharp nascerebbe per controbattere ad un articolo in cui viene spiega la dura realtà del mondo della programmazione e, soprattutto, verrebbe affermata l’inutilità delle scuole di programmazione sul genere della già citata DevMountain.

Spendere decine di migliaia di dollari in una di queste scuole non avrebbe senso, almeno a parere dell'autore, perché la programmazione è un mondo complesso e le skills necessarie per affermarsi come professionista sarebbero difficili da sviluppare se non supportate da un talento personale per il codice.

A parere di Sharp, invece, Le scuole di programmazione non dovrebbero essere considerate inutili, perché servirebbero a rendere lo sviluppo software più accessibile a chi, magari, considera questo mondo come inavvicinabile; chi sostiene l’impossibilità di facilitare l’entrata nel settore si rivelerebbe quindi un "elitario", rifiutandosi di riconoscere un “vero programmatore” al di fuori di quelli che sviluppano in Assembly e si costruiscono il loro compilatore personale.

Esisterebbero invece diverse tipologie di sviluppatori, tra creatori di interfacce, risolutori di problemi logico matematici e programmatori di semplici applicazioni per dispositivi mobili; l’elitarismo dei "veterani" non terrebbe quindi conto di questa diversità, almeno a parere di Sharp.

Via | TechCrunch

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