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Mark Shuttleworth: Ubuntu la freccia nell´arco di Debian

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"Nel cuore sono esploratore, inventore e stratega. Ciò che mi affascina sono i cambiamenti nella tecnologia, nella società e negli affari". Ecco come si presenta Mark Shuttleworth, l´uomo di Ubuntu e della sfida al predominio di Microsoft in quello che è noto come Bug #1, nell´intervista pubblicata sul blog dello sviluppatore Debian Raphael Hertzog.

Ubuntu nasce nel 2004 con gli obiettivi di unire l´universo delle comunità con quello enterprise e allo stesso tempo realizzare, grazie al free software e all´open source, il sogno del cambiamento nell´economia e nella tecnologia del software:

La chiave per quel sogno è l´economica, e come sempre, un cambiamento nell´economia; mi era chiaro che il flusso di denaro che gira intorno al software personale dovesse passare dalla licenza ("comprare Windows") ai servizi ("pagare per il proprio archivio Ubuntu ONE").

Shuttleworth è entrato a far parte della comunità Debian nel 1995, ed è anche grazie al suo rigore come distribuzione comunitaria che è stato possibile dare il via a questo ambizioso progetto:

Era logico introdurre Debian in quella visione; la conoscevo bene sia come utente che come addetto ai lavori [...] condivido i valori di Debian e quei valori sono compatibili con quelli costruiti per Ubuntu. Debian di per sé, come istituzione, non potrebbe essere un partner per l´industria o l´enterprise.

Allo stesso tempo crede che il problema (se davvero esiste) di Debian consiste nei conflitti interni, dovuti sia alla visione che agli obiettivi di quella che è nota come la distribuzione universale:

Debian misura il suo successo in base al numero di installazioni? Il numero di maintainer? Il numero di flame? Il numero di pacchetti? [...] Queste unità di misura sono in conflitto tra loro [...]

Scatenando un "interessante dibattito" proprio a causa delle diverse priorità:

[...] è un dibattito che continua perché non c´è modo di scegliere tra gli obiettivi quando ognuno ha i propri. Sapete che genere di dibattiti intendo."

L´intervista completa è disponibile a questo indirizzo.

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