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Noi, internet e i media

L'Italia è un paese basato sui telefonini, sulla tv e sulla radio. Qualcosa sta però cambiando, ed Internet poco per volta si avvicina ad una posizione sempre più centrale ed importante. Non mancano i "ma" ed i "però".
L'Italia è un paese basato sui telefonini, sulla tv e sulla radio. Qualcosa sta però cambiando, ed Internet poco per volta si avvicina ad una posizione sempre più centrale ed importante. Non mancano i "ma" ed i "però".
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In un articolo ho analizzato in breve i risultati del "Quinto rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione in Italia 2005" appena pubblicato. Il rapporto, però, contiene una marea di dati e curiosità , ben oltre quelli elencati velocemente nella prima disanima: sarebbe francamente un peccato non citare almeno alcuni di questi.

Ecco dunque, in ordine sparso, qualche spunto preso direttamente dal report a disposizione online (con specifico riferimento all'area che più ci interessa, ovvero il web):

  • "Gli italiani che si accostano ai media cercano principalmente di soddisfare due bisogni: da una parte cercano più informazione, dallÂ’altra più svago. Gli eventi drammatici di questi anni hanno prodotto più ansia nei cittadini; per raffreddare questo stato di ansia si cerca di saperne di più, ma per sopravvivere si provvede anche a “staccare la spina”, almeno tra un aggiornamento informativo e lÂ’altro": la cosa vale sia in tv che sul web;
  • "Computer e internet crescono, ma non sfondano. In ogni caso il dato risulta incoraggiante perché ad usarli sono principalmente le persone più giovani ed istruite. Più in generale, età  ed istruzione rappresentano i fattori fondamentali per la diffusione del consumo di tutti i media, mentre il genere (in particolare femminile) costituisce un leggero ostacolo alla diffusione delle nuove tecnologie, ovviamente solo quando si combina con lÂ’età  elevata e il basso livello di istruzione";
  • "Praticamente raddoppiati gli utenti di internet tra i giovani (dal 22% al 41,8%), ma anche tra gli adulti (dallÂ’11,2% al 21,9%). Rimane sempre molto basso, invece, il dato relativo agli anziani, che dallÂ’1,5% del 2001 sono passati al 2,1% del 2005";
  • "Più di sei milioni di utenti di internet (il 40,6%) non usa la rete per gli acquisti perché non si fida, ma non del sistema di pagamento in rete (come sostiene il 20,8%, cioè più di tre milioni di persone), ma perché vuole vedere e toccare di persona le merci prima di acquistarle. Calcolando che ci sono altri cinque milioni di utenti (il 34,7%) che non avvertono il bisogno di fare acquisti on line, possiamo dire che non sarà  facile conquistare la fiducia di questi undici milioni di persone, mentre una maggiore attenzione ai problemi della sicurezza delle transazioni di denaro nella rete potrebbe facilmente raddoppiare in poco tempo il numero di quanti sono ben disposti verso gli acquisti via internet";
  • "La maggior parte delle persone usano simultaneamente più media, internet invece è un mezzo attivo e per la sua interattività , richiede lÂ’attenzione del consumatore [...] Per quanto riguarda lÂ’uso settimanale di internet, fra le persone che lo usano, il 34% del campione risulta essere on-line tutti i giorni [...] àˆ evidente che all'interno degli utenti di internet, il tempo speso on-line ha un impatto su altre attività  di svago. Ad un livello pan-europeo, il 43% degli
    utenti di internet afferma di guardare meno tv, e il 29% afferma di leggere meno libri come conseguenza del tempo passato on-line
    ";

La parte in assoluto più importante è però quella che segue il titolo, l'elenco dei relatori del Rapporto e l'abstract dei risultati ottenuti:

In collaborazione con: Mediaset, Mondadori, Ordine dei Giornalisti, Rai, Telecom Italia.

(Si ricorda che per gli uomini sono richieste giacca e cravatta).

Etichetta, innanzitutto!

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