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Innova per l'Italia: strumenti e misure per il data tracing

E' possibile conciliare GDPR e contenimento delle pandemie? Il progetto "Innova per l'Italia" è alla ricerca di soluzioni innovative per il Data tracing
Innova per l'Italia: strumenti e misure per il data tracing
E' possibile conciliare GDPR e contenimento delle pandemie? Il progetto "Innova per l'Italia" è alla ricerca di soluzioni innovative per il Data tracing
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Nei giorni scorsi il Governo italiano ha lanciati il progetto chiamato "Innova per l’Italia". Tale iniziativa ha tra i suoi obbiettivi lo sviluppo di soluzioni tecnologiche che, nel rispetto del GDPR, consentano operazioni di data tracing e monitoraggio volte al controllo dell'epidemia di Coronavirus (Covid-19).

Innova per l’Italia è un'operazione congiunta del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, del Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi volta, tramite la collaborazione con aziende e centri di ricerca privati e pubblici, al sostegno della struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.

Gli obbiettivi

Innova per l’Italia ha sostanzialmente tre obbiettivi principali, ovvero reperire soluzioni per:

  • la prevenzione del contagio;
  • la diagnostica ed il trattamento della malattia:
  • il monitoraggio dell'epidemia.

Dunque, oltre al potenziamento della filiera produttiva delle strumentazioni sanitarie, sembra che il Governo abbia intenzione di creare un'infrastruttura che permetta di raccogliere dati (di varia natura) in modo tale da poter estrapolare informazioni utili che consentano di tutelare la salute pubblica.

In parole povere si sta aprendo la strada per la creazione di un sistema di data tracing e data analysis su larga scala volto al monitoraggio dell'infezione e di riflesso anche alla sorveglianza degli spostamenti dei cittadini interessati dal contagio.

Le incognite del data tracing

Prima dell'inizino dell'epidemia gli stati europei erano abbastanza restii dall'adottare soluzioni basate sulle tecnologie di data tracing. Inoltre la Commissione Europea stava considerando l’introduzione di un divieto contro l’uso delle tecnologie per il riconoscimento facciale nelle aree pubbliche.

Oggi invece questi strumenti sembrano essere diventati essenziali per contrastare la diffusione del virus. In questi giorni si è spesso parlato del modello di prevenzione adottato della Corea del Sud. Tale sistema è basato appunto sulle tecnologie di data tracing e sull'analisi dei Big Data raccolti, in forma anonima e volontaria, tramite i device dei cittadini.

Tecnicamente Il GDPR prevede che in casi d'emergenza come questo sia possibile limitare in modo temporaneo ed eccezionale il diritto alla privacy del cittadino. Di recente Andrea Jelinek, il presidente del Comitato europeo per la protezione dei dati (European Data Protection Board) si è espressa sulla questione:

Le norme sulla protezione dei dati (come il GDPR) non ostacolano le misure prese nella lotta contro la pandemia di coronavirus. Ma anche in questi tempi eccezionali il titolare del trattamento dei dati deve garantire la protezione delle informazioni personali degli interessati.

Jelinek sembra dunque suggerire ai legislatori europei di varare solo le misure che siano strettamente necessarie e sopratutto proporzionate alle esigenze. I governi dell'Unione Europea dovranno quindi assicurarsi che la raccolta dati e le operazioni di monitoraggio vengano eseguite unicamente per il contrasto all'epidemia e che non vi siano usi impropri.

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