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Cloud "as a Service": come cambia il lavoro degli sviluppatori?

Il Cloud libera gli sviluppatori dall'esigenza di gestire l'infrastruttura, ma in che modo questa opportunità sta cambiando il loro modo di lavorare?
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Il Cloud libera gli sviluppatori dall'esigenza di gestire l'infrastruttura, ma in che modo questa opportunità sta cambiando il loro modo di lavorare?
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Le offerte Cloud "as a service" stanno cambiando radicalmente il modo in cui le aziende e gli sviluppatori software gestiscono la creazione e la distribuzione dei propri servizi ed applicativi.

A tal proposito oggi vogliamo portarvi l'esperienza di Dario De Agostini, fondatore e CTO di THRON, che di recente ha gestito la migrazione della piattaforma della sua azienda verso AWS, il servizio Cloud di Amazon. Lo sviluppatore ha descritto le sue impressioni su AWS in un articolo pubblicato sul proprio blog personale:

Ricordo chiaramente il giorno in cui abbiamo migrato la nostra piattaforma sul Cloud. Fu uno dei giorni più difficili. Ci eravamo preparati per mesi ma quel giorno ci fu un grave incidente in uno dei nostri datacenter e questo ci spinse a "prendere la pillola rossa".

Ho provato [una volta migrati ad AWS] un sollievo simile a quando sono passato da sviluppare in x86 ASM al C. Non era più necessario stare attenti all'implementazione hardware del sistema ma ci si poteva dedicare unicamente ai nostri algoritmi.

De Agostini definisce la migrazione ad un sistema SaaS/PaaS come un cambio di "paradigma". Il suo team è passato dal dominio dei sistemi a quello delle applicazioni. I developer di THRON hanno iniziato ad ignorare del tutto il modo in cui funzionava l'architettura, focalizzandosi sugli applicativi.

Negli anni l'offerta di AWS, e dei vari concorrenti, è stata migliorata, avvicinandosi sempre di più alle reali esigenze degli sviluppatori e automatizzando numerosi aspetti dello sviluppo software. Oggi i programmatori, quando possono, invece di "virtualizzare" gli ambienti di cui hanno necessità si rivolgono ai sistemi Cloud. Per De Agostini piattaforme come AWS Lambada permettono di dimenticare completamente cosa voglia dire gestire l'infrastruttura hardware ed i container.

Il CTO di THRON è ovviamente cosciente dei rischi della perdita di "controllo" sulla piattaforma, ma secondo il suo parere si tratta di un piccolo prezzo da pagare per migliorare enormemente la produttività aziendale.

Per De Agostini il prossimo passo sarà quello di integrare maggiormente le intelligenze artificiali con i sistemi Cloud. In un prossimo futuro i coder non dovranno più preoccuparsi del tipo di infrastruttura su cui basare il proprio progetto. Basterà inserire i dati che ci interessano e descrivere i risultati che ci aspettiamo, le AI si occuperanno del resto.

Le reti neurali permetteranno, nei prossimi decenni, di calcolare un risultato senza che sia necessario descrivere nel dettaglio il modo di farlo. I programmatori dovranno semplicemente descrivere alle macchine i risultati che desiderano ottenere, lasciando decidere il "come" raggiungerli ai sistemi Cloud e alle intelligenze artificiali.

Via De Agostini

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