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Facebook: un modello di business in crisi?

Una riflessione su come il modello di business proposto da Facebook potrebbe essere ormai al tramonto.
Facebook: un modello di business in crisi?
Una riflessione su come il modello di business proposto da Facebook potrebbe essere ormai al tramonto.
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A livello di mercato Facebook ha praticamente vinto tutto in ogni campo. La diffusione di questo social network, che negli anni ha inglobato diversi servizi concorrenti, è ormai capillare e praticamente in ogni Paese del Mondo buona parte delle persone usa più o meno frequentemente una delle piattaforme di proprietà dall'azienda capitanata da Mark Zuckerberg (Instagram, WhatsApp..). Nonostante ciò alcuni analisti avrebbero rilevato delle criticità nel modello di business del progetto, tanto che nel prossimo futuro esso potrebbe non rappresentare più il mezzo principale con cui gli utenti veicolano pensieri e idee. Ammesso che ciò non stia già succedendo.

Ad oggi esisterebbero già diverse alternative, per determinati versi migliori, alla condivisione su Facebook:

  • le piattaforme per la messaggistica privata, come ad esempio iMessage, Discord e Telegram con cui gestire e mantenere i contatti personali;
  • i Social Network verticali e i contenuti in abbonamento: gli utenti vogliono essere connessi con i contenuti di loro interesse, nel mondo anglosassione stanno prendendo piede servizi che distribuiscono contenuti degli utenti focalizzati su una specifica area geografica, dunque slegandosi dal concetto di "amici" ed "interessi";
  • contenuti professionali: con lo sviluppo dei vari settori in cui operano i content creator, gli utenti sono ormai propensi a seguirli su ogni canale che permetta di avere sempre in primo piano tali risorse, anche pagando quando necessario. Il settore degli influencer sarà dunque importantissimo nel prossimo futuro.

Uno dei principali problemi di Facebook è che per come è stato concepito esso tende non di rado a sottostimare il merito dei creativi, rendendo caotica la gestione dei contenuti e il flusso di informazioni che si vanno a generare nelle sua timeline.

Inoltre il modello pay-to-play utilizzabile per promuovere i propri contenuti non sempre funziona ed è frustante constatare dopo mesi di lavoro che solo una piccola parte della userbase di riferimento riesce effettivamente a tenere traccia dei contenuti fruiti. Ecco perché gli influencer, i podcaster ed blogger sono da tempo alla ricerca di un un mezzo alternativo a Facebook per assicurare la piena fruizione del contenuto da loro prodotto.

Probabilmente i grandi brand, cioè le realtà che possono permettersi di investire più spesso e in modo più rilevante per rendere visibile il proprio contenuto, saranno gli ultimi a lasciare la piattaforma. Ma al contrario dei creator, e non sempre con atteggiamento lungimirante, le grandi aziende considerano Facebook come un qualcosa di "istituzionalizzato", cioè come un canale sicuro in cui far fluire il contenuto pubblicitario.

Fintanto che Facebook manterrà un massa critica di utenti attivi, i guadagni generati dalla pubblicità continueranno ad essere elevati e l'appuntamento con la fine dell'attuale modello di social networking verrà rimandato.

Via Gina Bianchini

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