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I testi sgrammaticati che abbruttiscono i siti

Un sito dal bel design, ottima architettura di sistema, buona usabilità ed accessibilità, vanificato da testi sgrammaticati e poco curati. Come mai non ci badiamo?
Un sito dal bel design, ottima architettura di sistema, buona usabilità ed accessibilità, vanificato da testi sgrammaticati e poco curati. Come mai non ci badiamo?
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Cerchiamo il miglior progettista di siti, il miglior designer, il grafico più geniale e gli sviluppatori più in gamba. Realizziamo una splendida struttura e poi roviniamo il tutto ponendovi dei testi che se messi in un tema si ritroverebbero pieni di segni di correzione in blu e rosso, al punto da non meritare neanche un quattro di antica memoria.

Eppure, molte cose si potrebbero evitare semplicemente scrivendo i testi impiegando un editor con correttore ortografico e grammaticale attivo durante la digitazione. Nomi non ne faccio, ma direi che non ce n'è bisogno. Ne abbiamo a pacchi!

Molti errori sono così frequenti che non ci si fa più caso, ma un errore resta un errore e come tale è recepito da chi legge. Non è assolutamente vero che se il sito ha contenuti, gli errori non contano.

Letttera con tre "t" è un evidente errore di digitazione, ma in questo momento, mentre scrivo la parola, la vedo sottolineata in rosso. Perché non la correggo? Vuoi dire che quellÂ’azienda che trasferisce questo testo sulla pagina non ritiene importante questa cosa? Non posso crederci. Tendo più che altro a pensare che qualcuno sia stato un poÂ’ trascurato.

Smettiamola coi termini inglesi messi al plurale in testi italiani. Che ci piaccia o no, è un errore ed il fatto che lo facciano in molti non giustifica nulla. Non cÂ’è neppure la scusa dellÂ’aderenza al parlato o al gergo giovanile. Questo è un errore e basta.

"Sia io che lui" – altra forma sbagliata. Sia è seguito sempre da un altro sia. Quindi: sia io, sia lui.

"Usiamo quella metodologia" – orrore! La metodologia è lo studio dei metodi. Noi usiamo un metodo, non lo studio del metodo.

"Quando si verifica quella tipologia di problemi..." – non ci piace il termine "tipo"? Perché usare "tipologia", che significa classificazione dei tipi e che quindi è evidentemente sbagliato in questo contesto? Noi non classifichiamo proprio nulla e la classificazione dei tipi di problema (oddio, mi gira la testa) certamente non si verifica. Semmai si studierebbe, ma non era quello che volevamo dire. Già .... è di moda, tutti parlano di “tipologia”, quindi io che faccio? Mi tiro indietro? Sia mai!

Vado avanti? Potrei riempire pagine... Un piccolo aiuto a chi ha voglia di studiare e migliorarsi su questÂ’aspetto.
Il sito dellÂ’Accademia della Crusca ha un forum dove si possono ottenere risposte sui quesiti più difficili ed una bella serie di FAQ. Garzanti Linguistica è il dizionario online della nota casa editrice. Contiene anche le declinazioni dei verbi e la tavola dei sinonimi e contrari. Che vogliamo di più?

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