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L'AI di Adobe scova le foto ritoccate con Photoshop

Adobe e la California University sviluppano un tool per identificare le foto alterate, per combattere le fake news: si basa sull'intelligenza artificiale.
L'AI di Adobe scova le foto ritoccate con Photoshop
Adobe e la California University sviluppano un tool per identificare le foto alterate, per combattere le fake news: si basa sull'intelligenza artificiale.
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Negli ultimi anni le tecniche di fotoritocco si sono fatte talmente affinate che, fatta eccezione per errori grossolani, risulta spesso difficile riconoscere uno scatto sottoposto a editing digitale. Quello che l'occhio umano non nota, però, potrebbe invece essere identificato con facilità da quello elettronico dell'intelligenza artificiale. Adobe, in collaborazione con l'Università della California Berkeley, ha infatti sviluppato uno strumento per riconoscere quali immagini siano state manipolate tramite Photoshop. Ma come funziona questo tool?

Si tratti del dimagrimento di una modella ripresa di uno scatto, di fotogrammi video sottoposti a editing, ma anche di video e audio opportunamente manipolati, nulla sembra sfuggire all'intelligenza artificiale. Di seguito, tutti i dettagli del progetto.

Perché uno strumento per riconosce il fotoritocco?

Adobe è certamente la società leader di mercato nel settore dell'editing fotografico, non a caso il suo Photoshop è ormai da decenni lo strumento di punta per fotografi, grafici e molti altri professionisti dell'immagine. Perché, di conseguenza, sviluppare un tool in grado di svelare i ritocchi effettuati proprio con Photoshop?

La risposta è abbastanza semplice e, come facile intuire, riguarda motivazioni di tipo etico. Il fotoritocco non è un'attività di per sé esecrabile: può essere utile in una varietà infinita di ambiti, dalla rimozione degli errori di scatto fino al miglioramento delle immagini a scopo pubblicitario. Negli ultimi tempi, tuttavia, queste tecnologie utili sono state sempre più impiegate per obiettivi poco edificanti, ad esempio la produzione di contenuti completamente falsi pronti ad alimentare il problema delle fake news. Così come ha spiegato la stessa compagnia:

Sebbene siamo orgogliosi dell'impatto che Photoshop e gli altri tool creativi di Adobe hanno avuto sul mondo, riconosciamo anche le implicazioni etiche della nostra tecnologa. I contenuti fake rappresentano un crescente e serio problema.

Come funziona il tool

Per raggiungere l'obiettivo di poter identificare delle immagini sottoposte a ritocco digitale, Adobe e l'ateneo californiano hanno fatto ricorso all'intelligenza artificiale. Così come spiega un documento rilasciato a seguito della sperimentazione, si è fatto ricorso a tecniche di deep learning tramite un Convolutional Neural Network (CNN), in grado di apprendere velocemente come riconoscere le alterazioni su un'immagine o, ancora, in un video o in un contenuto audio.

Ad esempio, all'intelligenza artificiale sono state mostrate in sequenza coppie di scatti - l'originale e la versione alterata - affinché questa potesse imparare a riconoscere non solo le differenze fra le due fotografie, ma anche fattori che possono sfuggire all'occhio umano come le difformità di tonalità, di warping dei pixel e molto altro ancora. I risultati sono stati molto incoraggianti: mentre l'uomo è in grado di riconoscere solo il 53% dei contenuti manipolati digitalmente, l'intelligenza artificiale raggiunge ben il 99% di affidabilità. E non è nemmeno tutto, poiché il tool è anche in grado di riportare le foto ritoccate al loro stadio originale.

Vi sono ovviamente ancora dei limiti, trattandosi di una tecnologia allo stato embrionale, così come spiega il ricercatore Adobe Richard Zhang:

L'idea di una bacchetta magica universale, capace di riportare le immagini editate all'origine, è ancora lontana dalla realtà. Ma viviamo in un mondo in cui sta diventando sempre più difficile fidarsi dell'informazione digitale, quindi non vediamo l'ora di esplorare ulteriormente questa area di ricerca.

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