Nessun risultato. Prova con un altro termine.
Guide
Notizie
Software
Tutorial

Google: stop ai cookie per la pubblicità online

Link copiato negli appunti

Google vuole cambiare il mondo dell'advertising in Rete partendo dai cookie. La società, leader mondiale proprio in questo settore, sta pensando di introdurre un nuovo sistema per carpire le abitudini del navigatore e proporre comunicazioni pubblicitarie a tema, senza però passare dai cookie, considerati da molti invasivi e lesivi della privacy.

Il progetto si chiama AdID - Anonymous Identifier for Advertising - e si propone di conferire maggiore controllo all'utente su come le proprie abitudini siano analizzate a scopo pubblicitario. Inoltre, il sistema sarà completamente anonimo: alle società di advertising non verranno comunicati i dati personali dell'utente, bensì gli spot personalizzati saranno ricreati sulla base di speciali algoritmi che non permetteranno a terzi di collegare un singolo individuo alle sue specifiche esigenze, ai gusti e a qualsiasi altra informazione sia tracciata durante la navigazione.

Per porre AdID in essere, inoltre, gli advertiser dovranno sottoscrivere delle precise linee guida. Così ha commentato Rob Shilkin, un portavoce di Big G, sebbene la conferma ufficiale di questo cambio d'orientamento da Google non sia ancora giunta:

Le innovazioni tecnologiche possono migliorare la sicurezza dell'utente assicurando che il Web rimanca economicamente praticabile. Noi e altri abbiamo creato numerosi concept in questa area, sebbene siano tutti ai loro stadi preliminari.

Quella dei cookie è una questione che tiene banco da tempo fra gli utenti, tanto che Apple ha introdotto nel suo browser Safari comandi semplici per la disattivazione, come conseguenza di un supposto abuso perpetrato proprio dai servizi di Big G sugli utenti di iOS. C'è chi però si rivela dubbioso sul nuovo futuro tratteggiato dal leader dei motori di ricerca, come Zach Coelius di Triggit, il quale sottolinea che l'eliminazione del tracciamento via cookie non farà altro che concentrare il potere pubblicitario nelle mani di pochi e potenti attori del mercato.

Fonte: USA Today

Ti consigliamo anche