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Vagrant 1.4: provisioning con Docker e miglioramenti ai Vagrantfile

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Abbiamo già parlato di Vagrant e di quanto sia comodo come gestore per il nostro hypervisor di macchine virtuali, nel caso in cui ci troviamo a gestire un´infrastruttura cloud - soprattutto che debba scalare in fretta. In questi giorni gli sviluppatori hanno rilasciato Vagrant 1.4, che introduce una serie di miglioramenti sostanziali e delle novità che faranno felici molti sysadmin.

Vagrant 1.4 infatti porta con sé una feature fondamentale: finalmente è supportato il provisioning delle macchine (ossia la programmazione della fase post-installazione, automatizzando la prima ondata di gestione del software) tramite Docker, il gestore di container LXC che ci consente di avere un sistema modulare per la gestione dei "pezzi" del software, e dei servizi installati sulle nostre macchine. Il nuovo provisioner può installare Docker automaticamente, ed essere configurato per fare pull e run dei container che vogliamo, dandoci anche la possibilità di farli partire al boot. Ovviamente, dopodiché, sarà Docker (tramite script o Dockerfile) a prendersi cura della configurazione certosina del servizio in uso (o del sistema).

La seconda novità fondamentale, che va a braccetto con il machine-readable output introdotto in questa versione, è la possibilità attraverso il Vagrantfile e non solo, di poter fare il lock di una specifica macchina ad una ben determinata versione di Vagrant - oppure chiaramente ad un range che imporremo noi. In questo modo, è possibile evitare incompatibilità note tra i plugin e alcune versioni di Vagrant, magari troppo vecchie per supportare un determinato software.

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