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Ubuntu e Firefox: no EULA? No browser

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A provare
le ultime build di Ubuntu 8.10, l´utente noterà che avviando Firefox gli viene chiesto di accettare una licenza d´uso, la famigerata "End User License Agreement": EULA per gli amici. La cosa ha suscitato immediate polemiche e la segnalazione del "problema" come baco su Launchpad.

A spiegare l´insolita faccenda è stato proprio Mark Shuttleworth che ha precisato:

Mozilla Corp asked that this be added in order for us to continue to call the browser Firefox. Since Firefox is their trademark, which we intend to respect, we have the choice of working with Mozilla to meet their requirements, or switching to an unbranded browser. It´s strongly our preference, and that of most of our users, to have Firefox as the browser in Ubuntu.

Tradotto in Italiano:

La Mozilla Corporation ci ha chiesto di aggiungerlo [la EULA, ndr.] per permetterci di continuare a chiamare il browser Firefox. Visto che Firefox è un loro marchio registrato, che abbiamo intenzione di rispettare, possiamo scegliere se lavorare con Mozilla per soddisfare le loro richieste, oppure di passare ad una versione senza marchio.

È nostra forte preferenza, e quella della maggior parte degli utenti, di avere Firefox come browser in Ubuntu.

In pratica è la stessa storia capitata tempo fa a Debian che, al contrario della sua più famosa derivata, preferì cambiare nome a tutta la suite (Firefox, Thunderbird e SeaMonkey) per non incorrere nei problemi di violazione dei marchi. La polemica nel frattempo sta divampando come un cerino in un pagliaio: ad alcuni utenti proprio non va giù che un software libero debba forzare l´utente ad accettare una licenza d´utilizzo. "Roba d´altri OS!"

Ci sono molti aspetti della questione che vengono animatamente discussi. Ad esempio la licenza appare al primo avvio di Firefox piuttosto che durante l´installazione. E ancora: la versione Live della distribuzione è destinata a riproporre l´EULA ad ogni avvio, e qualcuno preferirebbe una versione non marchiata per sentirsi con i piedi su un terreno legalmente più solido. Non ultima l´opinione di Richard M. Stallman secondo cui la politica di Mozilla di imporre all´utente un´EULA per i binari del software è inaccettabile.

Nell´ultima build di Intrepid provata, effettivamente la EULA compare al primo avvio ma in una scheda a mò di benvenuto (come si vede in figura) e la cosa non pare così fastidiosa. Per ogni evenienza, Ubuntu ha già pronta la versione no-brand di Firefox, che si chiamerà ABrowser. Chissà poi perché non abbiano semplicemente utilizzato ICEWeasel di Debian.

La questione non sembra essere finita qui. Riuscirà Mozilla a far valere i propri marchi senza fare la parte del cattivo? E gli utenti preferiranno un browser "con" o "senza" marchio?

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