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Indebitamento da social media: come si comportano gli utenti?

Negli Stati Uniti sempre più persone si indebitano per seguire gli stili di consumo dei social network: un problema etico per il business?
Indebitamento da social media: come si comportano gli utenti?
Negli Stati Uniti sempre più persone si indebitano per seguire gli stili di consumo dei social network: un problema etico per il business?
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Giungono dagli Stati Uniti dei singolari studi sul comportamento degli utenti sui social media. E questa volta non riguarda la tendenza al click compulsivo, alla condivisione di bufale oppure ai facili litigi, bensì l'inclinazione a contrarre debiti. Ad esempio, secondo una survey condotta da Allianz Life negli Stati Uniti e riportata da Yahoo, gli utenti dei social network tenderebbero a spendere più rispetto alle loro effettive possibilità, per non risultare inferiori rispetto ai loro pari digitali. Una notizia interessante per chi investe su queste piattaforme per la promozione di prodotti o servizi, meno per chi rimane impigliato in questa rete di giudizi virtuali.

Millennial i più colpiti

Dai dati emersi dagli studi, i soggetti più colpiti da questo fenomeno sarebbero i Millennial, ovvero coloro nati tra il 1980 e il 2000. Dalla survey, è emerso che il 61% degli iscritti in questa fascia d'età si senta inadeguato nel vedere sui social i successi dei loro coetanei, mentre il 57% spende più soldi rispetto alle proprie possibilità per paura di rimanere escluso dai gruppi sociali.

Il 39% dei Millennials, riferisce Yahoo, ha effettivamente contratto debiti per stare al passo con gli amici virtuali.

Il fenomeno colpisce anche altre fasce d'età, seppur in modo minore: fra gli indebitati da social, sarebbero in crescita i Baby Boomers, ovvero i nati negli anni '50 e '60.

Perché ci si indebita?

Secondo gli esperti, ciò che spinge l'utenza social a spendere troppo denaro è un fenomeno di vecchia data, ovvero quello della "peer pressure": la pressione sociale che deriva dal confronto con gli altri. Mostrare ai propri pari di non aver raggiunto un certo livello di stabilità economico, o non essere in grado di permettersi alcuni stili di consumo, è visto in alcune culture - come quella statunitense - come un segno di debolezza. Di conseguenza, ci si indebita pur di fornire agli altri un'immagine diversa di se stessi rispetto alla realtà.

Vi è poi una paura specifica, tipica di quest'era digitale, quella della FOMO ("fear of missing out"): sempre più utenti provano ansia nel non essere costantemente aggiornati sui trend e i dispositivi del momento, di conseguenza spendono grandi somme di denaro per "non rimanere indietro".

Un problema etico per il business?

Sempre negli Stati Uniti, si sta aprendo un dibattito sull'eventuale responsabilità dei business sul comportamento degli utenti. Le promozioni martellanti, le pubblicità continue e l'uso dei social media per stimolare stili di consumo, possono infatti incentivare la tendenza a indebitarsi? Rispondere a questa domanda, tuttavia, non è affatto semplice, perché molteplici sono i fattori da prendere in considerazione.

Sebbene la società odierna spinga al consumismo, e quindi il tema etico sia più che presente, non si può chiedere a un'azienda di limitare la promozione dei propri prodotti o servizi allo scopo di evitare i fenomeni di indebitamento social. D'altronde, nessuno è obbligato ad acquistare un prodotto o assumere stili di vita troppo costosi: per quanto la promozione o la pubblicità possano risultare martellanti, non sono né le aziende né il marketing responsabili di fare i conti in tasca dell'utente.

Più indicato, invece, sarebbe l'implementazione di strategie per informare gli iscritti sui rischi dei social network, sul loro uso consapevole, sin dalla giovane età.

Via Yahoo Finance

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