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DKMS nel futuro dei nostri driver

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Lo sviluppo e la distribuzione dei driver delle nostre periferiche si muove oramai in tutte le direzioni e una di queste si chiama proprio DKMS (Dynamic Kernel Module Support).

Sono anni che Linux usa anche questo sistema per installare alcuni driver di periferica che non possono stare nel kernel per motivi di licenza. Solo qualche giorno fa mi sono accorto, leggendo un articolo di Linux Watch, che il progetto è portato avanti da 5 anni, dalla sezione Linux di Dell assieme a una serie di progetti che riguardano il progresso di Gnu-Linux.

Chi usa Mandriva conosce già DKMS che da diversi anni si preoccupa di installare i driver nVidia, Ati e molti altri driver con licenza non-free, nei kernel in modo impeccabile. DKMS, infatti, se installato con il rispettivo pacchetto contenente i sorgenti, (per fare un esempio DKMS e DKMS-nVidia) compila il driver esternamente al kernel e al boot del sistema, in caso di aggiornamenti o modifiche del kernel controlla che il driver sia già compilato per il kernel in uso e nel caso non lo sia, ripete automaticamente la compilazione durante il boot.

Una piacevole automazione che risparmia, specie ai meno esperti, i traumi da kernel-upgrade che spesso hanno come conseguenza l´assenza dei driver compilati o installati manualmente.

Il futuro, secondo Dell e gli sviluppatori di DKMS, vorrebbe vedere estese le sue potenzialità non solo ai driver installati, ma a tutto il sistema di rilevazione hardware.

Una volta effettuata la scansione delle periferiche da parte del sistema di riconoscimento hardware, recuperati gli ID di periferica da modalias e confrontati con gli ID dei moduli disponibili con DKMS, il sistema dovrebbe scaricare tutti i driver non trovati nel kernel e installarli esternamente.

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