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Linux su Desktop: Torvalds punta su ChromeOS e Android

Linux. Il creatore Linus Torvalds precede che per quanto riguarda il Desktop gli utenti preferiranno Chrome OS e Android.
Linux su Desktop: Torvalds punta su ChromeOS e Android
Linux. Il creatore Linus Torvalds precede che per quanto riguarda il Desktop gli utenti preferiranno Chrome OS e Android.
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Le distribuzioni Linux offrono un esperienza utente di ottimo livello. Negli ultimi 10 infatti i team di sviluppo hanno fatto passi da gigante. Tuttavia secondo Linus Torvalds le distribuzioni per desktop sono ancora imperfette e probabilmente in futuro gli utenti andranno ad orientarsi verso sistemi come Chrome OS o Android.

Installer e rivalità

Il "dittatore benevolo" punta il dito sulle decine di formati e standard usati all'interno delle distribuzioni. Sui sistemi operativi concorrenti, per fare un esempio, esiste un solo formato di pacchetti per installare e gestire i software installati.

Su Linux invece convivono decine di formati e installer diversi, che generano molta confusione e aumentano il carico di lavoro per gli sviluppatori software. Per pubblicare un'applicazione su più distribuzioni è necessario tenere conto delle librerie disponibili nei repository e degli installer supportati dal gestore di pacchetti.

Ad esempio se uno sviluppatore volesse distribuire la propria App su Ubuntu e Fedora sarà necessario realizzare dei pacchetti .deb e .rpm oppure si dovranno usare i formati Snap e Flatpak, supportati solo dalle versioni più recenti delle distribuzioni.

Non si ha quindi l'immediatezza disponibile quando invece si distribuisce un software per Windows (.exe) o per MacOS (.app), soprattutto vista la grande varietà di distribuzioni e configurazioni.

Per Torvalds progetti come Flatpak o Snap rappresentano un progresso enorme per le distribuzioni, visto che semplificano notevolmente il lavoro degli sviluppatori e consentono una gestione del software più agevole per l'utente finale.

Tuttavia la rivalità tra Red Hat (Flatpak) e Canonical (Snap) starebbe portando le distribuzioni ad una nuova forma di frammentazione, esattamente come successe diversi anni fa con i formati .rpm e .deb.

Del Desktop non importa (quasi) a nessuno

Inoltre gran parte delle distribuzioni si focalizzano principalmente sul settore enterprise con soluzioni dedicate al mondo server, container ed IoT. Il settore Desktop riceve l'interesse di una minima parte del mondo Linux e spesso si tratta di volontari non retribuiti.

Una delle disto per Desktop più famose è Linux Mint, il suo sviluppo si basa unicamente su una folta community di volontari e sulle donazioni. Non si tratta di un caso unico, molto altre distribuzioni si fondano su tale modello di sviluppo, basti pensare al progetto Gentoo o ad Arch Linux.

Tuttavia coordinare e mantenere vivo il lavoro dei volontari non è semplice. Di recente Clement Lefebvre, leader di Linux Mint, si è sfogato a tal proposito con la sua community:

Non è facile raggiungere gli obbiettivi che desideriamo, anzi spesso è difficile perfino definirli. Si hanno dei dubbi e spesso dopo aver lavorato tanto su un progetto si può metterlo in discussione. Questo ci può far diventare demotivati e incerti, portando anche diversi sviluppatori ad abbandonare il progetto o a prendersi una lunga pausa.

Linux Mint sviluppa e mantiene da anni un desktop environment, Cinnamon, e il rispettivo windows manager, Muffin. Questa scelta ha portato diversi attriti e malcontenti all'interno del team di sviluppatori e non è stato facile per Lefebvre tenere unita la community, sopratutto quando progetti come GNOME o KDE hanno molti più contributor e fondi nettamente maggiori rispetto a Linux Mint.

Perché Chrome OS e Android sono delle alternative valide

Il problema della frammentazione è qualcosa che la community Linux conosce bene da decenni. Sostanzialmente gli standard vengono dettati dalla distribuzione più diffusa. Ad esempio Ubuntu per molto tempo è stata il punto di riferimento per moltissimi sviluppatori che dunque pacchettizzavano i propri software in .deb.

Linus Torvalds ha quindi rispolverato una problematica già nota. In questi anni i sistemi Linux hanno comunque fatto molti progressi, ad esempio l'adozione di systemd ha permesso di standardizzare notevolmente il comportamento di moltissime distribuzioni.

Altro esempio virtuoso è PulseAudio, che consente una gestione dei canali audio molto più semplice ed immediata rispetto ad ALSA. Wayland mira a fare lo stesso per il rendering 3D.

Tuttavia già adesso Chrome OS e Android offrono soluzioni molto più user friendly rispetto alle comuni distribuzioni Linux per Desktop ed è plausibile che nei prossimi anni l'utente con poche esigenze scelga queste due alternative rispetto ad un ambiente Linux tradizionale.

Via Steven J. Vaughan-Nichols

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