Nessun risultato. Prova con un altro termine.
Guide
Notizie
Software
Tutorial

Startup hi-tech: il ritardo italiano

Startup. L'Italia è al 20° posto in Europa per opportunità di generazione e finanziamento delle startup. Il dato è comunque in miglioramento.
Startup hi-tech: il ritardo italiano
Startup. L'Italia è al 20° posto in Europa per opportunità di generazione e finanziamento delle startup. Il dato è comunque in miglioramento.
Link copiato negli appunti

Digital360, editore di diverse testate online dedicate al mondo dell'innovazione digitale, ha recentemente pubblicato un report dedicato allo sviluppo delle Startup hi-tech in Europa, chiamato 360Entrepreneurial Index.

Italia al 20° posto

I ricercatori di Digital360 hanno stilato una classifica dei paesi dell'Unione Europea, analizzando l’efficienza dei loro sistemi socio-economici e legislativi.

Dai dati è emerso che l'Italia ha uno dei peggiori ecosistemi nazionali per le Startup hi-tech. Il Bel Paese si classifica infatti 20° venendo superato da paesi come Romania, Malta e Slovenia. Peggio di noi fanno solo Portogallo, Ungheria, Repubblica Ceca e Bulgaria.

In testa alla classifica possiamo trovare le repubbliche baltiche, l'Irlanda ed il Regno Unito. Questi paesi negli ultimi decenni hanno creato condizioni strutturali adatte allo sviluppo rapido e solido delle Startup hi-tech.

Tali condizioni, ovviamente, possono essere garantite da diversi fattori, ad esempio Irlanda, Cipro e Lussemburgo offrono agevolazioni fiscali decisamente migliori per questa tipologia di aziende rispetto al resto del continente. Mentre paesi come la Lettonia, Estonia e Lituania hanno investito notevolmente nelle infrastrutture e nella formazione universitaria.

Gli indicatori

Per esaminare la situazione italiana lo studio ha preso in considerazione soprattutto tre indicatori:

  • Entrepreneurial Quantity Index: valuta gli investimenti complessivi immessi nel sistema imprenditoriale per finanziare le startup;
  • Entrepreneurial Quality Index: prende in considerazione soltanto gli investimenti superiori ai 5 milioni di euro che solitamente finanziano la fase di scaling-up delle startup;
  • Entrepreneurial Outcome Index, il cui focus è invece sui “risultati”, ossia il numero di start-up che si quotano in borsa, che raggiungono una valorizzazione complessiva almeno pari ad 1 miliardo di dollari, o che vengono acquisite da imprese più grandi.

Le buone notizie

L'Italia si conferma quindi come uno dei paesi meno "attraenti" per gli investitori e le startup hi-tech. Il report evidenzia però anche dei dati positivi per il nostro Paese, rispetto al 2017 la Penisola ha guadagnato infatti cinque posizioni in classifica. Durante il 2018 gli investitori privati hanno aumentato la fiducia verso il sistema italiano delle startup e in certi casi gli investimenti sono raddoppiati.

A confermare il trend positivo dell'Italia è anche il CEO di Digital360 Andrea Rangone:

Il miglioramento in tutte e tre le dimensioni considerate dal 360Entrepreneurial Index evidenzia come l’Italia sia riuscita ad innescare un circolo virtuoso nell'ecosistema imprenditoriale, che sta portando ad aumentare sia la quantità delle risorse investite in start-up, che la qualità, cioè gli investimenti in scaleup.

Per recuperare il ritardo con gli altri Paesi, però, l’Italia deve continuare a sostenere le sue start-up anche con adeguate decisioni politiche: le misure presenti nell’ultima legge di bilancio vanno in questa direzione, ma occorre accelerare l’emanazione dei decreti attuativi.

L'Italia rimane comunque la nazione meno sviluppata, in tale contesto, del blocco europeo occidentale e di fatto non regge il confronto con le realtà imprenditoriali francesi, tedesche e spagnole.

Via Corriere Comunicazioni

Ti consigliamo anche