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Server Infrastructure Days: intervista a Silvio Di Benedetto

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In occasione dei Server Infrastructure Days, evento dedicato alle tecnologie server Microsoft in ambito business abbiamo intervistato Silvio di Benedetto, Owner e Community Lead di WindowServer.it, community di riferimento per il mondo IT Pro che ha organizzato l'evento di giugno scorso.

Quando è nata la community di WindowsServer.it?

La community è nata nel 2003 come riferimento per il mondo IT Pro, in un’epoca in cui non esisteva documentazione. Era veramente difficile trovarla perché Internet era ancora un territorio poco esplorato dalle persone, dove le conferenze tecniche la facevano da padrone, e la gente voleva sapere senza spendere troppo.

Quando sei entrato nella community?

Sono entrato in WindowsServer.it nel 2006, all’inizio come normale “writer”, poi per la mia attitudine a non rimanere “dietro le quinte”, parlando con Sergio De Chiara (chi ha creato la community, nda) ho iniziato a proporre idee e iniziative, avendo dall’inizio carta bianca a livello operativo.

Come si è evoluta WindowsServer.it negli anni?

Da quel momento è partito il trend di WindowsServer.it: nel 2007 è stato rifatto il sito; il 2008 è stato l’anno della prima conferenza tecnica organizzata dalla community; nel 2009 siamo stati proclamati “Community of the Year” da Microsoft, con le conferenze tecniche che sono iniziate a diventare sempre più frequenti.

A oggi ci ritroviamo con tre award di Microsoft, facendo l’en plein, tre sono anche le edizioni dei Server Infrastructure Days, e sempre con Microsoft andiamo in giro per l’Italia supportando gli IT Camp. Siamo al momento sette persone che lavorano in WindowsServer.it, sembrano poche ma in realtà sono tante nel mondo IT Pro, per chiudere siamo a oltre un milione di accessi consolidati nell’arco dell’anno. Questa è sostanzialmente la nostra community, ce ne sono tante ma personalmente la ritengo la più importante in Italia per tutto quello che fa per portare in giro il verbo.

Quali sono i piani per l’evoluzione della vostra community?

Vorremo studiarci un road show a livello nazionale, un “SID on tour” tanto per intenderci. Porteremmo il SID in posti dove difficilmente si arriva, quelle città poco considerate ma in verità importanti, questo è il nostro obiettivo per il prossimo fiscal year. Sembra poco, ma già organizzare due giorni di SID a Milano è molto impegnativo, e mettere insieme tanti pezzi – non più una sola location – diventa veramente complicato a livello logistico.

Come vedi il panorama italiano attuale?

Il panorama nazionale è critico: ci sono pochi investimenti, poca informazione, e poca consapevolezza di quello che è l’informatica e cosa può dare. Già pochi percepiscono i vantaggi nel migrare da Windows XP a Windows 7 o Windows 8, con la questione che si amplifica passando al mondo server. È veramente difficile far passare il concetto di IT come abilitatore di benefici a 360° all’interno dell’azienda. Si crea poi un corto circuito: in parole povere, quando non funziona l’informatica ci si lamenta immediatamente, ma al tempo stesso non si investe su questo tipo di tecnologia… semplicemente è il controsenso italiano. Forse è dettato dal fatto che siamo una nazione di piccole aziende, mancando un retroterra culturale, e una guida, comune. Per assurdo, capiamo cos’è l’iPhone ma non la posta centralizzata: ad esempio, preferiamo il primo con la mail di Aruba a un Windows Phone con un sistema tipo Outlook, quello gratuito che però ti tiene centralizzato tutto, anche multi-device.

Il vantaggio in tutto ciò è che Microsoft ha “tagliato” Windows XP e così le aziende, in un modo o nell’altro, hanno dovuto iniziare a investire, ad aggiornarsi benché abbiano avuto anni per farlo. Per esempio, il governo britannico ha investito 6,2 milioni di sterline per estendere il supporto a XP per un altro anno, mettendo come vincolo il passaggio a Windows 7 l’anno stesso, perché migrare subito gli sarebbe costato 20 milioni… non ne spenderanno meno di quelli preventivati, pur avendo avuto anni per farlo, perché c’è il concetto del rimandare e del non capire il reale vantaggio, e alla fine salta fuori il bagno di sangue.

Quali sono le criticità e le sfide nel mondo IT Pro?

Le criticità, e anche le sfide, sono nel far comprendere i reali vantaggi. Gli strumenti ci sono, e la sfida è far capire alle aziende cosa serve lo strumento. Negli ultimi anni molti prodotti Microsoft hanno fatto grandi salti in avanti, aiutando in tal senso. Non risolve il problema, perché mentre la macchina è concreta, il software è astratto, e non è semplice far capire, ad esempio, che “devo cambiare l’host di virtualizzazione perché le virtual machine non sono più aggiornate”.

Come vedi l’operato di Microsoft negli ultimi anni?

La strategia dell’azienda è cambiata parecchio, si è aperta molto di più a quelli che sono i suoi competitor. Per assurdo è la strategia vincente, perché i competitor non si sono aperti a Microsoft: mentre Google chiude le IP a Windows Phone, Microsoft sforna Office, Link e Skype per Android, in altre parole tutti quei software che sono utili agli utenti. Microsoft ha cambiato totalmente la sua vision, ben sul piano consumer/business, mentre sulla parte “back” e quindi server o Cloud OS, hanno stravolto molto e quando accade questo capita di pagare pegno, ma la strada è quella giusta.

Il risultato definitivo però, secondo me, s’inizierà a vedere fra un bel po', forse nella prossima release, si vedrà quello che realmente avevano in mente di fare.

Che cosa vorresti che facesse Microsoft?

Dovrebbe iniziare ad ascoltare non tanto il mercato quanto i suoi esperti, quelli che sono a supporto delle tecnologie e s’interfacciano anche con i clienti, e per chiudere il cerchio sono anche quelli che pagano. Su molte cose per fortuna il quadro è più roseo, per esempio nel mondo server poche sono le lamentele, al contrario del mondo client più soggetto a critiche.

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