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WebP: proviamolo su Linux

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WebP

Come riportato, WebP, il nuovo formato per le immagini creato da Google con l´intenzione di porsi quale diretto antagonista dell´omologo JPEG, si prefigge di migliorare il tasso di compressione dell´attuale standard de facto per il Web, a parità di resa grafica.

A conferma delle prime indicazioni fornite dal gigante di Mountain View, i programmatori del progetto hanno condotto un test comparativo, del quale vengono resi disponibili alcuni dati circa la percentuale media di compressione e altresì un buon numero di esempi grafici, chiaramente transcodificati in PNG. Vedendo i quali, ad onor del vero, si può dire con certezza che l´alunno ha decisamente superato il maestro.

In attesa che i browser includano il supporto per questo standard, Google ha rilasciato il tool webpconv, che possiamo provare su Linux, a patto di disporre, però, di un sistema a 64 bit.

Una volta scaricato, è possibile utilizzarlo (dalla cartella nella quale risiede) secondo la sintassi: webpconv [-outputDir dir] [-format format] [-quality quality] inputFile.

Prima di tutto è necessario rendere eseguibile il file, via shell:


chmod +x webpconv

Convertiamo ora, quale esempio, un file BMP in WebP con una qualità del 90%:


webpconv -quality 90 image.bmp

comando seguito da:


webpconv -format PNG image.webp

quest´ultimo comando serve per convertire l´immagine WebP in PNG (formato, ricordiamo, non compresso) al fine di poterne valutare la bontà, intesa come resa grafica, dacché, come è ovvio aspettarsi, oltre che nessun browser che lo supporti, al momento non esiste nemmeno alcun visualizzatore d´immagine in grado di decodificare il formato WebP.

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