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Fedora 22: cosa cambia con DNF di default

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Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle novità che troveremo su Fedora 22. Per questa release il team ha voluto iniziare una piccola rivoluzione con l´uso di GCC 5 e con il pensionamento di Yum in favore di DNF, ovvero il nuovo gestore di pacchetti finalmente pronto per sostituire lo storico yum.

Il team di OpenSUSE ha adottato da tempo un´alternativa valida a yum ovvero zif. Tuttavia gli sviluppatori di Fedora hanno scelto di utilizzare una soluzione "fatta in casa" che permetta una maggiore compatibilità con i vecchi programmi che utilizzavano Yum. DNF è infatti un evoluzione di Yum, è nato come un suo fork e il suo stesso team lo definisce come: "The next generation version of the Yellowdog Updater (yum)".

DNF vanta un ottima gestione delle dipendenze, elemento che era mal gestito da yum, grazie all´uso di libsolv (l´external dependency resolver) e del backed Hawkey che si occupano delle query e della gestione delle dipendenze con SAT, lo stesso tool impiegato in OpenSUSE per zif.

Anche libsolv è mantenuto dal team della distribuzione del "camaleonte verde", dunque i due gruppi di developer condividono parte del codice dei loro gestori di pacchetti. Senza contare che libsolv supporta anche i pacchetti di Debian e di Arch Linux, una base comune per gestire le dipendenze all´interno del panorama GNU/Linux.

DNF è in grado di gestire i repository creati con yum e mantiene la stessa sintassi dei comandi, dunque per l´utente comune non ci saranno stravolgimenti. Altro problema di yum era la sua "scarsa" documentazione delle API e questo non consentiva di realizzare facilmente tool che lo sfruttassero. La poca documentazione è un bel problema per i developer di terze parti, quella delle API di DNF viene invece aggiornata frequentemente.

DNF consente di avere prestazioni notevolmente maggiori di yum e facilita il lavoro dei developer, che adesso si ritrovano un progetto più facile da gestire e da aggiornare.

Fonte: Fedoraprojet.org

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