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Collaborazione remota e Mob Programming

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Il Mob Programming è un espressione coniata da Woody Zuill per descrivere un metodo di collaborazione in cui un team di sviluppatori condivide lo stesso computer; Steve Tooke e gli altri membri di Cucumber Limited hanno però provato ad applicare lo stesso metodo anche alla collaborazione remota, con risultati, a dire di Tooke, più che positivi.

Gli strumenti in grado di replicare la collaborazione “in loco” tramite sessioni remote sarebbero in pratica numerosi e, nel caso specifico, i programmatori di Cucumber avrebbero impiegato alcune soluzioni come Screenhero, per la condivisione del desktop, Google Hangouts, per la chat vocale, ma anche video e altri tool in grado di favorire interazioni e sinergie.

Più difficile sarebbe stato invece l’utilizzo di una “lavagna” virtuale, così che la maggior parte delle illustrazioni sarebbe stata scritta su carta per poi essere condivisa tramite foto; altro fattore importante l’organizzazione del lavoro, con le mattine dedicate alla scrittura/modifica del codice e i pomeriggi “liberi” per raccogliere le idee, approfondire, leggere nonché automatizzare task ripetitivi.

Grazie alla condivisione di fusi orari simili, i programmatori coinvolti sarebbero quindi riusciti ad applicare con un buon margine di profitto il metodo del mob programming alla collaborazione on-line, svolgendo un lavoro descritto come “intenso” ma semplificato dal comfort dell’ambiente familiare, o domestico, di ciascuno dei collaboratori.

Via | Steve Tooke

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