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Tumblr in vendita? Quando la strategia non funziona

Verizon potrebbe aver deciso di vendere Tumblr: la piattaforma è in calo come conseguenza dell'eliminazione dei contenuti per adulti?
Tumblr in vendita? Quando la strategia non funziona
Verizon potrebbe aver deciso di vendere Tumblr: la piattaforma è in calo come conseguenza dell'eliminazione dei contenuti per adulti?
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Tumblr, la piattaforma che ha saputo unire l'universo dei blog con quello dei social network, potrebbe essere in vendita. Così come riferisce il Wall Street Journal, Verizon - l'attuale proprietario - sarebbe in cerca di potenziali compratori per il servizio. E nonostante si tratti di una piattaforma da sempre molto popolata, con 465.4 milioni di blog e 172 miliardi di pubblicazioni, gli esperti a stelle e strisce non sembrano avere dubbi: ad aver dato il colpo di grazia a Tumblr potrebbe essere stata la decisione di vietare i contenuti per adulti, scelta presa a fine 2018. Riuscirà il servizio a trovare una seconda vita con una nuova proprietà oppure è destinato a ridurre ulteriormente la propria portata?

Al momento, non giungono conferme dirette da Verizon sulla volontà di vendere Tumblr, sebbene la testata statunitense parli di fonti affidabili. Secondo quanto riferito, il colosso a stelle e strisce avrebbe avvicinato altre compagnie per proporre l'acquisto di Tumblr, forse per risolvere una situazione in stallo. Ma la vicenda potrebbe avere radici ben più lontane, già dai tempi dell'acquisizione da parte di Yahoo.

Da un gruppo all'altro

Così come già anticipato, non è la prima volta che Tumblr cambia proprietà. La piattaforma di blogging, divenuta sempre più popolare agli inizi degli anni 10, è stata infatti acquisita da Yahoo nel 2013, nel pieno dell'amministrazione targata Marissa Mayer. Nonostante la dedizione degli utenti, anche perché la piattaforma ha sempre dato voce a comunità e subculture che difficilmente trovavano spazio sui classici social network, Yahoo ha faticato nell'integrare Tumblr nei propri servizi.

Con l'acquisizione nel 2017 di Yahoo da parte di Oath, l'attuale Verizon Media Group, per 4.5 miliardi di dollari, sembrava che per Tumblr fosse giunto il momento della stabilità.

Dopo un biennio di sostanziale pace, con sempre più blog aperti e una community di frequentatori fissi, per Tumblr è arrivato l'ennesimo scossone. La decisione prese a fine 2018 di vietare i contenuti per adulti, infatti, ha generato polemiche a livello internazionale, anche perché il servizio è sempre stato apprezzato dall'utenza per la sua libertà. Sebbene non siano stati rilasciati dati in merito, gli esperti a stelle e strisce sospettano che il calo nel traffico sia stato importante, e ora Verizon potrebbe seguire la stessa strada percorsa con Flickr, il social network fotografico venduto lo scorso anno a SmugMug.

Davvero colpa dei contenuti per adulti?

Addebitare l'attuale fase di Tumblr all'eliminazione dei contenuti per adulti potrebbe essere a dir poco semplicistico. Altre realtà, come ad esempio i social network, sopravvivono e risultano perennemente in crescita, nonostante non abbiano mai ammesso contenuti espliciti sin dagli albori.

Ad aver giocato un ruolo più determinante, invece, potrebbe essere stata la strategia per implementare questa policy e la pubblicità che ne è conseguita. Si rimane ovviamente nel campo delle ipotesi, ma la feroce protesta social all'annuncio per l'addio di immagini e video espliciti avrebbe forse dovuto far suonare qualche campanello d'allarme.

L'implementazione della policy, dal 17 dicembre 2018, ha ulteriormente esasperato gli animi: gli algoritmi scelti per scovare le condivisioni over 18, così come testimoniato da molti utenti, hanno erroneamente bloccato una moltitudine di contenuti perfettamente leciti, spazientendo gli iscritti. E così molti sono passati su altre piattaforme: chi su Twitter, chi su Instagram e chi sul già citato Flickr, a cui si sono aggiunte applicazioni più o meno settorializzate, dal social ad alta privacy Vero passando per il libero MeWe.

E ora gli analisti si chiedono: al netto del materiale over 18, forse effettivamente non adatto a un servizio dall'utenza così eterogenea, Tumblr ha saputo valorizzare i suoi iscritti? Ha saputo sfruttare il suo asset strategico - quello di intercettare la grande massa di individui che i social non riescono a catturare, dagli artisti alle sottoculture pop, passando per tanti altri ancora? Non resta che attendere i prossimi mesi per scoprirlo.

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