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Filtri generici

Il piccolo gruppo dei filtri generici di GIMP, pensati per modificare innanzitutto la luminosità dello scatto, ma anche per costruire filtri personalizzati.
Il piccolo gruppo dei filtri generici di GIMP, pensati per modificare innanzitutto la luminosità dello scatto, ma anche per costruire filtri personalizzati.
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A metà del percorso di scoperta dei numerosi filtri di GIMP, il software offre un gruppo abbastanza ristretto di opzioni, racchiuse all'interno della dicitura Generici. A dispetto del nome, tuttavia, non si tratta di filtri semplicemente pensati per operazioni di base sulle fotografie, ma questo raggruppamento risponde più a delle esigenze logiche: questi strumenti, infatti, non possono essere per loro natura accorpati ad altri gruppi già presenti nel software.

Pur essendo solamente tre, come si vedrà più avanti, le possibilità creative rimangono comunque elevate. In questo menu, infatti, vi è anche la possibilità di realizzare degli elementari e potenti filtri personalizzati.

Per accedere a questa famiglia di strumenti, è sufficiente selezionare il menu Filtri, quindi la voce Generici, come in Figura 1.

Figura 1. Generici (click per ingrandire)

Generici

Generici

L'analisi dei cosiddetti filtri generici parte con Dilata, un filtro pensato per mettere in risalto le aree più scure del livello, del layout o della selezione effettuata. Il filtro allinea il valore di luminosità di ogni singolo pixel con il minimo degli 8 pixel confinanti, muovendosi lungo l'immagine secondo una matrice 3x3. Così facendo, verranno aggiunti pixel scuri in aree contigue, mentre quelli in aree isolati verranno resi più grandi. L'effetto finale, come facile prevedere, cambia a seconda della scena di partenza e può essere sia più chiaro che più ombroso rispetto all'originale. Nell'immagine in Figura 2, ad esempio, il risultato è un'evidenziazione dei contorni del palazzo inquadrato, per contrasto al blu del cielo.

Figura 2. Dilata (click per ingrandire)

Dilata

Anche il filtro Erodi funziona in modo simile a quello Dilata, visto poc'anzi, seppur con risultati opposti. Lo strumento mette in risalto le aree chiare della selezione, del layout o dell'immagine prescelta, quindi si otterranno delle zone molto illuminate e delle altre, invece, decisamente più scure. Anche in questo caso, per ogni pixel il valore della luminosità viene allineato al massimo degli 8 pixel confinanti, in una matrice 3x3. Si avrà quindi l'aggiunta di pixel chiari nelle aree chiare, mentre i pixel in zone isolate verranno eliminati o dilatati. Come evidente in Figura 3, il palazzo scelto come esempio vede uno schiarimento delle pareti, ma una maggiore ombreggiatura dei bordi, per effetto di normalizzazione con il colore dello sfondo del cielo.

Figura 3. Erodi (click per ingrandire)

Erodi

L'universo della Matrice di Convoluzione è ben più complesso, sebbene raramente sarà necessario al designer farvi ricorso, soprattutto durante le operazioni quotidiane di fotoritocco. Lo strumento nasce per garantire la possibilità di elaborare delle soluzioni personalizzate, considerato come ogni filtro agisca sempre tramite matrici, processate attraverso quelli che sono definiti i kernel. Nel caso di GIMP, la matrice è l'immagine che si vuole processare, intesa come insieme bidimensionale di pixel su coordinate rettangolari. Il kernel, invece, dipende dall'effetto desiderato.

Lo strumento permette di compilare delle matrici da 5x5 o da 3x3, quest'ultima riconosciuta automaticamente dal sistema quando i valori esterni della 5x5 sono impostati a zero. Impostando il valore in un pixel prescelto della matrice, si verrà a moltiplicare il valore di quest'ultimo e i valori degli otto pixel adiacenti secondo quelli impostati dal kernel. Considerato, però, come la base teorica sia abbastanza complessa da apprendere, per le azioni quotidiane sarà più che sufficiente lanciarsi nella sperimentazione, verificando dall'apposita anteprima cosa accada all'immagine al cambiamento di una cella. In Figura 4, ad esempio, cambiando il valore del pixel centrale e del suo adiacente, si ottiene uno scatto dalla luminosità molto marcata.

Figura 4. Matrice di Convoluzione (click per ingrandire)

Matrice di Convoluzione

Credit immagine:
Portsmouth Spinakker Building -
Pixabay

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