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Introduzione al Game Design

Definire cos'è un gioco e cosa significa progettarne uno. Gli elementi fondamentali per iniziare con il game design
Definire cos'è un gioco e cosa significa progettarne uno. Gli elementi fondamentali per iniziare con il game design
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Giocando ad un videogame, ad un gioco da tavolo, o di carte, a molti sarà capitato di pensare "anche io potrei creare un gioco". E non c'è niente di più vero: di fatto molti quando erano bambini hanno inventato piccoli giochi. Si può dire quindi che, in un certo senso, siamo tutti un po' game designer, o almeno lo siamo stati.

Purtroppo, fra l'inventare un gioco durante l'infanzia e creare un gioco di successo c'è molta differenza. Per quanto la disciplina del game design (soprattutto per videogame) sia ancora in corso di formazione, esistono già delle teorie, dei termini specifici e delle convenzioni che è necessario conoscere per poter realizzare un design degno di nota.

In questa guida cercheremo quindi di dare un'infarinatura di game design, adatta sia ad un semplice curioso che voglia provare ad entrare in questo mondo, sia ad uno sviluppatore professionista che magari si affaccia al mondo dei giochi proveniendo dal Web.

Questa guida in particolare strizza l'occhio ai game designer che lavorano in piccoli team, o in solitaria sviluppando da soli il proprio gioco. Per quanto i concetti che riporteremo si possano applicare anche a giochi di grosse dimensioni creati da team di centinaia di persone, molto spesso i game designer che lavorano in queste compagnie hanno ruoli leggermente diversi, e spesso sono più specializzati in un singolo aspetto del game design, finendo per influenzare solo alcuni degli elementi che andremo a descrivere, ma più in profondità.

In ultimo, anche se ci focalizzeremo di più sui videogame, molti argomenti che toccheremo sono applicabili in egual modo sia ai giochi elettronici che a quelli analogici, come i giochi da tavolo o di carte.

Cos'è il game design

Prima di iniziare qualunque discorso su questa materia affascinante, dobbiamo assicurarci prima di tutto di aver stabilito cosa intendiamo esattamente con game design, e quindi chi è il game designer.

Volendo trovare una definizione molto breve, potremmo dire che:

Il game design è l'atto di decidere come funziona un gioco.

Detto questo, ci sono alcune cose da chiarire. Per prima cosa, questo processo che in una frase sembra semplice, di solito prende una considerevole quantità di tempo, coinvolge più persone (più designer, ma a volte anche altre figure!) e spesso richiede anche molti soldi.

In secondo luogo, è importante chiarire che il design di un gioco non è la storia. Per quanto la storia di fondo di un gioco spesso ne influenzi il design, in generale il design viene sempre prima - ed è giusto che sia così. Dopotutto stiamo parlando di giochi e non di film o libri: l'interazione fra giocatore e gioco è la caratteristica chiave di questo medium, quindi tutti gli altri aspetti - inclusa la storia - devono essere asserviti al design.

A volte capita di avere un'idea per una grande storia e volerci costruire un gioco sopra. Questo va benissimo, ma se non c'è il design del gioco tutto quello che si ha è una storia, non un gioco.

Altro punto chiave che spesso divide è la questione se un designer di videogiochi debba saper programmare o no. Non è obbligatorio, ma di fatto è molto meglio che lo sappia fare.

Soprattutto in team piccoli, avere un designer che possa programmarsi da solo o rifinire le regole che immagina nella sua mente, dà un grandissimo vantaggio. Infatti creare il design di un intero gioco nella propria mente o su carta senza mai provarlo effettivamente, è altamente sconsigliato.

Un designer che sa programmare è un designer che può creare rapidamente un prototipo di gioco, testarlo, rifinirlo, apportare modifiche, e se le cose andassero male (ovvero l'idea che ha avuto non funziona), ricominciare, e tutto questo in autonomia.

In ultimo, possiamo dire che il game designer non è l'unico che prende decisioni sul gioco. Decisioni riguardo la grafica, l'implementazione del codice, l'interfaccia (spesso micro-decisioni) vengono prese da tutti i membri del team di continuo, rendendo ognuno di fatto un po' designer.

Per questo motivo, qualunque sia il proprio ruolo in un team, conoscere i principi fondamentali del game design vi renderà degli sviluppatori migliori.

Cos'è un gioco

Istintivamente sappiamo tutti cosa vuol dire la parola "gioco", ma non è facile trovare una definizione scritta che sia semplice ma che al tempo stesso includa tutti i possibili giochi che abbiamo incontrato nella nostra vita.

Molti autori hanno provato a definire cos'è un gioco, e per quanto molte delle definizioni prodotte non siano di per sé sbagliate, è sempre difficile trovarne una universale, soprattutto perché il concetto di gioco continua ad evolversi di anno in anno, con l'avvento di nuove tecnologie, possibilità, e quindi di forme di gioco.

Volendo usare le parole di Greg Costikyan, noto game designer:

Un gioco è una struttura interattiva di significato endogeno, che richiede che i giocatori facciano uno sforzo per raggiungere un obiettivo.

Esaminiamo le varie parti di questa definizione.

  • In primo luogo, il gioco è una struttura interattiva, perché va reso chiaro che il giocatore deve agire e che il gioco non è un'attività passiva, come guardare la televisione o ascoltare musica. Il gioco richiede un'azione da parte del giocatore, risponde, il giocatore deve di nuovo reagire in base a questa risposta, e così via.
  • In secondo luogo, il gioco ha un significato endogeno. Questa parola, presa in prestito dalla biologia, vuol dire che ci sono cose che avvengono nel gioco che hanno senso solo all'interno del gioco. In pratica, spesso nei giochi esistono regole che invertono il modo in cui le cose funzionano nella realtà. Un esempio banale può essere un gioco dove per vincere è necessario raccogliere un certo tipo di oggetto che nella realtà sarebbe perfettamente inutile o avrebbe poco valore.

Allo stesso modo, il concetto di punteggio in molti giochi (e in molti sport!) non ha valore se non all'interno del gioco, perché solo lì misura il progresso o la bravura del giocatore.

Alcuni giochi a volte non generano abbastanza valore endogeno: è il caso per esempio della roulette che, essendo un gioco dipendente totalmente dal caso, è un gioco poco interessante di per sé (potremmo dire che è un gioco "con un pessimo design"). In quel caso, il valore al gioco lo danno i soldi reali che il giocatore può vincere grazie al caso.

In ultimo, si parla di sforzi e di obiettivi. Per quanto alcuni giochi abbiano obiettivi non ben delineati (o che cambiano di continuo, come nel famoso The Sims), è innegabile che per progredire nel gioco si facciano degli sforzi: questi definiscono il grado di sfida che il gioco propone al giocatore.

Un gioco con un grado di sfida troppo alto è frustrante, con uno troppo basso diventa noioso. Il giusto grado di sfida è quello che determina un buon gioco.

Come vedremo, esistono giochi che in maggiore o minor parte non sono inquadrati in questa definizione. Poco male, l'importante è avere una base su cui lavorare: la definizione verrà comunque migliorata e cambiata nel tempo con la creazione di nuove tipologie e formule di gioco.

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