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Le linee guida W3C e la legislazione italiana

Le basi dell'accessibilità per i siti Web: le linee guida del W3C e la futura legge italiana sull'accessibilità
Le basi dell'accessibilità per i siti Web: le linee guida del W3C e la futura legge italiana sull'accessibilità
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Requisito indispensabile per sviluppare siti accessibili è sapere innanzitutto cosa si intende con i termini "accessibile" e "accessibilità". Ma da dove prendere queste definizioni? A quali riferimenti tecnici si ispirerà la nascente legge italiana? Benché il progetto di legge Stanca preveda l'istituzione di un'apposita commissione tecnica, a cui sarà demandato il compito di definire materialmente le regole di accessibilità valide per i siti italiani interessati dall'applicazione della legge, possiamo essere sufficientemente sicuri che la fonte tecnica normativa a cui le specifiche italiane si ispireranno saranno le raccomandazioni internazionali sull'accessibilità prodotte dal WAI.

WAI è l'acronimo di Web Accessibility Initiative, ovvero "Iniziativa per l'Accessibilità del Web". Si tratta di una sezione del World Wide Web Consortium (meglio noto come W3C). Quest'ultimo è l'organismo internazionale senza fini di lucro, che - ormai dal lontano 1994 - ha il compito di definire i linguaggi e le procedure standard per rendere il Web uno strumento realmente democratico ed universale.

I gruppi di lavoro creati all'interno del WAI hanno prodotto negli anni una serie di raccomandazioni tecniche, mirate a dare agli sviluppatori gli strumenti per rendere accessibili non solo i contenuti del Web, ma anche i programmi per navigare in Rete nonché quelli utilizzati per produrre e pubblicare contenuti. Ai fini di questa guida, poiché il nostro scopo è dare indicazioni su come creare pagine web e siti accessibili, le raccomandazioni che ci interessano sono le Web Content Accessibility Guidelines (in italiano "Linee guida per l'accessibilità dei contenuti Web"), più brevemente conosciute come WCAG e giunte attualmente alla versione 1.0, rilasciata dal WAI-W3C come documento ufficiale con valore normativo in data 5 maggio 1999.

Occorre a questo punto precisare che è ormai in avanzata fase di elaborazione la versione 2.0 delle WCAG, consultabile come bozza di lavoro ("working draft", in inglese) sul sito del W3C. Ci occuperemo più avanti di fornire qualche anticipazione su questa nuova versione delle linee guida per l'accessibilità dei contenuti Web, con particolare riguardo alle differenze introdotte rispetto alla versione 1.0. Per il momento, tuttavia, l'unico documento normativo del W3C sull'accessibilità restano le WCAG 1.0.

Come anticipato più sopra, riteniamo che saranno con ogni probabilità proprio queste linee guida i riferimenti tecnici che trapasseranno più o meno integralmente nella normativa italiana. Ciò non solo perché il Parlamento Europeo ha già indicato le raccomandazioni prodotte dal WAI-W3C come le regole di accessibilità da applicare per i siti europei (con l'esplicita richiesta di raggiungere almeno la conformità al livello Double-A) , ma perché un lavoro di completa ridefinizione degli standard di accessibilità da parte di una commissione tecnica italiana richiederebbe non meno di uno o due anni di lavoro, con il conseguente slittamento a data da destinarsi dell'obbligo di applicare la legge. Non solo: con il rischio di ritrovarsi alla fine con delle regole di accessibilità proprietarie, di efficacia tutta da verificare sul campo, non omogenee rispetto allo standard internazionale rappresentato dalle WCAG del WAI-W3C. Uno standard, quest'ultimo, che è sicuramente perfettibile ed in larga misura ancora trascurato, per quanto riguarda la sua applicazione da parte della massa degli sviluppatori, ma che tuttavia rappresenta un notevole patrimonio di conoscenze e di esperienza, oltre che un lodevole tentativo di uniformare a livello mondiale il modo di approcciare il problema dell'accessibilità.

Non crediamo, insomma, che all'Italia convenga intraprendere lo stesso cammino percorso dagli Stati Uniti, che, con le sedici regole della famosa Section 508 , hanno di fatto riscritto l'accessibilità a uso esclusivo delle Pubbliche Amministrazioni USA, con risultati che - a detta di esperti come Emily Dixon di Usablenet, che li conoscono bene dall'interno - sono stati finora tutt'altro che entusiasmanti.

Ci auguriamo invece che la commissione tecnica italiana, che sarà istituita con la prossima legge sull'accessibilità, recepisca lo standard internazionale rappresentato dalle WCAG, focalizzando il proprio lavoro non tanto sulla riscrittura delle regole quanto sul loro adeguamento all'uso concreto da parte degli sviluppatori italiani: si preoccupi soprattutto, cioè, di metterne in luce le ambiguità e i problemi, fornendo soluzioni pratiche e supporto tecnico a chi avrà l'obbligo di rendere il proprio sito conforme al dettato della nuova legge.

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