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 Editoriale di HTML.it

  Il punto sull'usabilità dei siti Internet
    venerdì 06 ottobre 2000

E-Commercing 2000, di cui abbiamo dato un rapido accenno nella sezione News, è il terzo appuntamento che Somedia organizza per gli operatori di e-business al fine di fare il punto sulle nuove tecnologie e sulle nuove tendenze di questa fetta di World Wide Web che riscuote sempre più successo e interesse.

La manifestazione è organizzata in tre settori: le Conferenze tenute da esperti del settore, i Seminari in cui le società presenti alla manifestazione espongono dettagliatamente i propri prodotti e un'Area Espositiva dove sono presenti alcuni stands promozionali.

Tra le conferenze tenute quest'anno, per i cui titoli si rimanda alla News citata poco sopra, particolarmente interessante per i web publishers è stata quella dedicata all'Usabilità (Obiettivo Usabilità: le nuove leggi del marketing digitale per comunicare e vendere on-line) in cui i temi dell'e-commerce erano stemperati in favore di quelli relativi alle generali strategie di comunicazioni attraverso il Web.
HTML.it ha seguito questo evento di cui forniamo qui sotto alcuni spunti.

La prima relazione, I motori dell'evoluzione dei siti centrata sull'utente finale, è stata tenuta da Michele Visciola, amministratore delegato di Us@bilità e Human Factor, società acquisita nel marzo 2000 da Etnoteam e specializzata in Ingegneria dell'usabilità applicata ai siti Web, una disciplina nata dalla vecchia ergonomia del software. Il relatore, che ha da poco dato alle stampe un libro su questo tema e che ha come motto della propria mission "Internet per tutti", ha puntato l'indice sulla qualità dei siti che vengono attualmente pubblicati; secondo Visciola, che cita le parole del guru dell'usabilità Jakob Nielsen quasi il 90% dei siti Web sarebbero giudicati non conformi da un Ingegnere dell'usabilità. Ciò provoca un difetto di comunicazione e dunque la perdita di possibili visitatori che non siano inclusi nel canone proposto dal sito: Visciola ha quantificato che un buon 60% di coloro che non ancora usano Internet pur potendo permetterselo (i cosiddetti diffidenti) sarebbero certamente più convinti ad affrontare la rete se potessero interagire con una macchina meno complessa. L'usabilità, va comunque aggiunto, non riguarda soltanto il campo della maggiore o minore semplicità di utilizzo, ma è anche una risorsa per poter mettere a disposizione uno strumento così imporante come il World Wide Web anche a coloro che hanno problemi fisici, sia visivi sia motori, o di altra natura.
È una questione, insomma, più sociale che economica.

Il secondo relatore, Daniele D'Ambrosio direttore della sezione Marketing Interactive di Procter & Gamble, ha centrato il suo argomento sulla Comunicazione on-line come relazione interattiva: verso l'Internet Relationship Management, ossia su come lo studio e l'applicazione di progetti d'interazione uomo-macchina possano aprire nuove possibilità d'espansione per i propri siti, siano essi commerciali o di contenuti. L'esempio con cui D'Ambrosio ha esemplificato questo "nuovo" modo di sviluppare siti è stato la descrizione delle operazioni svolte da www.winnerland.com, un sito creato nel marzo 1999 dalla Procter & Gamble che ha come idea base quella di "far divertire guadagnando"; l'idea è semplice: sfruttare l'interattività sviluppata dai giochi per poter non solo sponsorizzare i prodotti che sono messi in palio (prodotti P&G; e di chiunque volesse partecipare al progetto) ma anche per avere accesso ad un enorme bacino di notizie personali, tutte raccolte, ovviamente, in accordo con il diritto alla privacy. In questo modo la società ha immagazzinato dati per circa 130.000 famiglie sparse in tutta Europa e per ogni famiglia ha raccolto circa 100 riferimenti utili. Ma, a parte il substrato di marketing che l'operazione sottende, winnerland ha avuto un enorme successo grazie alla interattività proposta dal sito e dall'uso commerciale delle tecniche di edutaiment (educational entertainment) che, originariamente sviluppate, come dice il nome stesso, per far apprendere divertendo, possono anche essere utilizzati a fini commerciali: winnerland è gia presente nel mercato di Italia, Francia, Spagna e Portogallo e si sta espandendo anche in paesi come Polonia e Brasile.

L'ultima relazione ha visto protagonista Elena Antognazza, moderatrice della nota mailing-list mktg e esperta di marketing applicato al Web. Il suo intervento ha avuto come punto centrale le tecniche di personalizzazione della comunicazione da poter utilizzare all'interno di un sito (il titolo completo è La personalizzazione dei siti web come evoluzione del marketing digitale: vincoli e opportunità): il fine centrale della conferenza era la descrizione di nuove tecniche di marketing, ma, come nel caso dei due interventi precedenti, le riflessioni sviluppate dalla Antognazza si potrebbero facilmente trasferire anche ai siti di contenuti. La personalizzazione dei contenuti in base agli utenti è divenuta in quest'ultimo periodo una delle tecniche con cui maggiormente i siti di grandi dimensioni tentano di fidelizzare la clientela; è noto che è più costoso, in termini di risorse economiche, acquisire piuttosto che mantenere un utente e da alcuni studi citati dalla relatrice sembra che le pagine personalizzate accrescano il volume di traffico del sito del 30% mentre il tasso di Return on Investment (ossia gli utili derivati da un investimento) sarebbe pari al 300%. Personalizzare sembra dunque un ottima strada per sviluppare il proprio sito Web, tuttavia vi sono alcune indicazioni da tenere in conto. La prima riguarda l'acquisizione di dati: non è necessario farsi comunicare all'atto della registrazione il codice fiscale o semplicemente il nome e cognome dell'utente, non solo perché effettivamente inutili ai fini di una personalizzazione per contenuti, ma anche perché l'invasione della privacy potrebbe essere controproducente portando ad un abbassamento della fiducia verso il sito; la seconda riguarda i contenuti da personalizzare, i quali devono essere scelti prestando attenzione anche alla possibilità di creare comunità fedeli (non si andranno dunque a personalizzare esigenze troppo specifiche); la terza riguarda il modo di personalizzare, Interest - Interaction - Involvement sono quelle che la Antognazza ha definito le 3i della personalizzazione: il visitatore deve essere interessato dalle pagine personalizzate, deve poter interagire e, soprattutto, deve essere coinvolto a condividere le proprie opinioni o il proprio modo di comunicare.

Insomma: Usabilità, Interazione e Personalizzazione possono essere dei buoni punti di partenza per sviluppare una riflessione sui nuovi modi di costruire siti; rendere il web più diffuso e fruibile, renderlo meno statico, facilitare l'accesso dettagliato all'informazione queste, forse, le nuove frontiere del web publishing.

di Francesco-Saverio Caccavella

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